Non solo luoghi e paesaggi, ma anche ritratti e tanta vita quotidiana, tra lavoro, studio, cultura, svago e spiritualità, per raccontare il territorio di Figline e Incisa Valdarno attraverso la storia di chi ci vive.
Sono queste le immagini che sarà presto possibile ammirare al Palazzo Pretorio di Figline che, dal 29 ottobre al 15 gennaio, diventerà “Il Palazzo della Fotografia”.
È lì, infatti, che sarà allestita la mostra “Il senso dei luoghi”, che prevede l’esposizione di scatti realizzati ad hoc a Figline e Incisa Valdarno, nell’ultimo anno, dal collettivo TerraProject, insieme a quelli su Figline firmati (e già esposti in passato) da due grandi della fotografia, Paolo Monti (1980) e Gianni Berengo Gardin (2011), riproposti in una selezione a cura del Circolo Fotografico Arno, che li conserva nell’Archivio storico comunale.
L’esposizione, curata dagli stessi autori, è una produzione del Servizio Cultura e Marketing territoriale del Comune di Figline e Incisa Valdarno e include i testi dello scrittore valdarnese Vanni Santoni, sia in formato “contenuti extra” delle didascalie in mostra sia nel catalogo cartaceo, a cura di Giovanna Calvenzi, una delle più grandi photo editor italiane.
Il progetto e gli eventi collaterali
Il progetto si propone di raccontare il territorio e la sua comunità, per conservarne la memoria collettiva. Come? Abbinando gli scatti commissionati nel 1980 e nel 2011 dalle allora Amministrazioni comunali di Figline Valdarno con quelli “aggiornati” e realizzati, tra il 2021 e il 2022, da TerraProject.
Non solo foto da cartolina, ma un reportage sul territorio, per mostrarne punti di interesse e attività produttive ma, soprattutto, le persone che lo abitano, ci lavorano, lo vivono e lo rendono unico.
Un’occasione, quindi, non solo per aggiornare l’Archivio storico comunale, proseguendo idealmente le campagne fotografiche iniziate con Paolo Monti e continuate con Berengo Gardin ai tempi dell’ex Comune di Figline Valdarno, ma anche di mostrare come e quanto il territorio è cambiato nel tempo, a partire dall’unione con l’ex Comune di Incisa in Val d’Arno che, contrariamente alle mostre di Monti e Berengo Gardin, oggi è incluso nella mostra.
Oltre alla mostra, il progetto prevede: visite guidate, riservate alle scuole primarie e secondarie di primo grado (per info: cultura@comunefiv.it); la possibilità per i gruppi (numero minimo: 10 persone) con accompagnatore, di richiedere l’apertura straordinaria della mostra.
In programma anche tre serate per scoprire, insieme al Circolo Fotografico Arno, la storia di Figline e l’Archivio storico fotografico comunale (sabato 5 novembre alle 17 e sabato 17 dicembre ore 17), oltre ad un approfondimento sulla fotografia di paesaggio (sabato 12 novembre ore 17); due laboratori di ritratto per imparare insieme a Foto d’Arte Lab, usando una macchina fotografica (propria o presa in prestito, per l’occasione, dai soci dell’associazione) o uno smartphone, a realizzare un ritratto fotografico, dal primo approccio con il protagonista dello scatto fino alla fase di stampa (sabato 26 e sabato 3 dicembre, ore 17).
I quattro fotografi del collettivo TerraProject faranno anche visite guidate alla mostra e accompagneranno i visitatori, raccontando il loro lavoro di documentazione del territorio e illustrando le loro scelte metodologiche e stilistiche (sabato 19 novembre e sabato 10 dicembre ore 17).
Infine si terrà un convegno finale in occasione del finissage della mostra sabato 14 gennaio, ore 17.
Il programma dettagliato degli eventi collaterali è già disponibile su www.fiv-eventi.it
Gli autori dei nuovi scatti: il collettivo TerraProject
TerraProject Photographers è un collettivo di fotografia documentaria fondato a Firenze nel 2006 da Michele Borzoni, Simone Donati, Pietro Paolini e Rocco Rorandelli. Tra i primi collettivi fotografici nati nel nostro paese, TerraProject è ben presto divenuto un’importante piattaforma di confronto e promozione per i suoi membri, che con gli anni hanno inoltre sviluppato un’originale metodologia di “scrittura collettiva”, con progetti di gruppo definiti da una ricercata uniformità stilistica.
Gli autori hanno da sempre incentrato la propria ricerca su temi sociali e ambientali, sia a livello globale che nazionale. In Italia hanno costruito nel tempo un importante archivio di documentazione del territorio, grazie a rilevanti commissioni pubbliche e private.
I lavori del collettivo sono regolarmente pubblicati sulle pagine delle principali riviste italiane e internazionali e sono stati esposti in gallerie, festival e prestigiosi musei internazionali, tra cui Institut du Monde Arabe (Paris), MAXXI (Roma), Fondazione MAST (Bologna), MACRO (Roma), Benaki Museum (Atene), Palazzo Ducale (Genova), UCCA Center for Contemporary Art (Pechino), Katzen Arts Center (Washington), National Gallery of Victoria (Melbourne), Les Rencontres d’Arles (Arles), Cortona on the Move Festival (Cortona), Festival della Fotografia Etica (Lodi) e il Parlamento Europeo (Bruxelles).
I membri del collettivo hanno ricevuto prestigiosi riconoscimenti internazionali, tra i quali il World Press Photo (2010 e 2012), Premio Canon (2010), Fund for Investigative Journalism (2011), Premio Pesaresi per la fotografia contemporanea (2013), Premio Graziadei (2014), Celeste Prize-Streamers (2016), Landskrona photobook dummy award (2018) e il Premio Gabriele Basilico (2020).