Dal giardino pensile i clown improvvisano uno spettacolo per tutti piccoli pazienti appiccicati ai vetri delle loro stanze. Nelle corsie si rincorrono le note che partono da un violino suonato nell’androne delle scale. I bambini immunodepressi vivono la vita dietro un vetro, ma si divertono a giocare con un cagnolino o a guardare il piccolo show che un clown improvvisa solo per loro. Sono scene quotidiane all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze che ha riorganizzato l’attività di play therapy – sostenuta dalla Fondazione Meyer – e l’ha resa covid free. “Ci abbiamo messo un po’ di ingegno e fantasia, ma non possiamo rinunciarci: è parte integrante della cura e della degenza”, spiega la dottoressa Maria Baiada, referente dell’accoglienza interna dei bambini per la Fondazione Meyer.
Da marzo, il Meyer è chiuso dentro una bolla. Chi entra è sottoposto a screening e tampone, è previsto un solo accompagnatore per bambino e niente visite. Proteggere i pazienti è la priorità, ma in questo ospedale dei bambini la distanza si deve necessariamente colmare con l’empatia e la leggerezza di un gioco, di una canzone o di uno spettacolo. “La prima ondata della pandemia ci ha colto di sorpresa, c’era l’ansia per quello che stava accadendo e abbiamo dovuto interrompere la play therapy – racconta la referente – Con la seconda ci siamo organizzati per tempo, già a fine estate. Così abbiamo cambiato tutto, in una modalità più tranquilla e diretta”. La LudoBiblio è sempre aperta e accessibile in piccoli gruppi. Ogni operatore sanitario può richiedere un intervento di play therapy secondo le necessità per un singolo bambino. “Si crea così un rapporto personale, diretto, i bambini sono contenti di giocare con i nostri operatori o anche con i cani, quando è richiesta la pet therapy”.
Sarà un Natale tra di noi, in fondo quando ci sono i bambini diventiamo famiglia
Il Natale sarà diverso, necessariamente. “E’ richiesto un comportamento sobrio, un Natale tra pochi cari e noi faremo lo stesso. In fondo quando ci sono i bambini, si diventa tutti un po’ più famiglia. Così ci divertiremo tra di noi”, spiega Maria Baiada. I bambini prepareranno le decorazioni, ma soprattutto ci sarà la tombola, ognuno al suo tavolo a riempire le caselle. “Le sorprese non mancheranno, ma non scartiamole prima”. Babbo Natale, in fondo, arriva sempre. Non ci saranno le feste, i concerti, il viavai di persone, ma la magia non mancherà.
Ieri si sono accese le luci del primo albero di Natale, un grande cedro addobbato con stelle realizzate con una stampante 3D, una delle innovazione su cui l’ospedale punta per le sue cure. Ma c’è un altro albero speciale, quello per i bambini ricoverati nel reparto dedicato al trapianto di midollo osseo che sono costretti a lunghi periodo di isolamento: per loro c’è un abete speciale sul retro dell’edificio donato dalla Forestale. Dal 21 al 27 dicembre, poi, il Meyer di illuminerà di rosso, per dare allegria e soprattutto speranza.
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