Dal 7 al 20 ottobre il Museo Galileo di Firenze ospiterà la mostra “Firenze e l’America” dedicata ai grandi condottieri fiorentini della storia come Amerigo Vespucci e Giovanni da Verrazzano che per primi raggiunsero il “Nuovo Mondo”.
A loor dobbiamo non solo la scoperta delle Americhe ma anche la sua denominazione: Vespucci nel 1507 ispirò il nome America per il continente sudamericano, mentre da Verrazzano – che nel 1524 esplorò la costa nordamericana e la baia di New York – attribuì il proprio nome di famiglia alle terre comprese tra la Florida e Terranova.
A differenza di “America” però, denominazione che nel tempo fu estesa all’intero continente, “Verrazzana” sopravvisse sulle carte solo per pochi decenni.
Le opere in mostra
Saranno esposti nel museo fiorentino facsimili riprodotti in alta risoluzione di alcune opere cartografiche di fondamentale importanza per l’aggiornamento delle conoscenze geografiche tra la fine del XV e i primi del XVI secolo.
L’esposizione inizia con il mappamondo di Fra Mauro (ca. 1450), che riflette la visione del mondo di metà Quattrocento, quando si andava delineando nella Repubblica di Venezia il primo disegno cartografico dell’Asia, oltre i confini del mondo antico.
A fianco il planisfero di Martin Waldseemüller (1507), che deriva da un ambizioso progetto di aggiornamento delle conoscenze geografiche in seguito alle recenti navigazioni spagnole e portoghesi oltre oceano: raffigurando il Nuovo Mondo come un continente separato, la mappa di Waldseemüller rappresentava un enorme balzo in avanti, segnando la fine della tradizionale tripartizione del globo terrestre in Europa, Asia e Africa.
In mostra anche una replica del globo di Martin Behaim (1492), il più antico globo terrestre sopravvissuto, costruito dal cartografo, astronomo e navigatore che partecipò al viaggio di esplorazione di Diogo Cão (1450-1486) lungo le coste dell’Africa occidentale ed ebbe certamente accesso alle più aggiornate fonti cartografiche del tempo.
Fulcro della mostra, il planisfero di Girolamo da Verrazzano (1529), fratello e compagno di viaggio del navigatore fiorentino; i due fratelli si affrettarono a dare il proprio nome di famiglia al continente settentrionale, che in questo planisfero e in altre mappe del XVI secolo è denominato Verrazzana, con evidente riferimento all’America di Amerigo Vespucci.
In mostra anche la riproduzione fotolitografica dei fusi del globo terrestre detto “di Verrazzano” (1530) di Robertus de Bailly, in prestito dalla Fondazione Giovanni da Verrazzano. Il globo riproduceva la configurazione geografica ipotizzata dopo l’esplorazione del 1524, con il nome Verrazzana che campeggia lungo la costa nordamericana.
Infine un originale: il Planisfero del mondo nuovo di Vincenzo Coronelli, databile a prima del 1690, nel quale un cartiglio in prossimità delle Bahamas ricorda il viaggio di Giovanni da Verrazzano.