Il Museo Archeologico di Gonfienti di Campi Bisenzio è da oggi di Museo di rilevanza regionale e, allo stesso tempo, è entrato nel Sistema Museale Nazionale. Un riconoscimento ottenuto per la qualità in ambito museale, il rispetto agli standard regionali e nazionali, l’accessibilità, la fruizione, le attività educative, la catalogazione, la ricerca scientifica e gli eventi (così come definito dal decreto ministeriale 113 del 2018).
Grande soddisfazione del sindaco Andrea Tagliaferri e della direttrice scientifica del museo Francesca Bertini: “Un risultato significativo a solo un anno dall’apertura – sottolinea – di cui siamo veramente orgogliosi; la Regione Toscana ha premiato un lungo lavoro, frutto dell’impegno di tutti e tutte coloro che hanno a vario titolo operato prima e dopo l’apertura, teso a raggiungere gli standard e i servizi museali richiesti. Questa è una conferma della serietà dell’attività di valorizzazione intrapresa che ci impegneremo a mantenere nel tempo”.
Il riconoscimento
La qualifica è stata ottenuta rispondendo ad un questionario di verifica composto da oltre 300 domande, necessarie ad accertare il possesso di tutti i nuovi requisiti definiti come standard minimi di qualità e gli eventuali obiettivi di miglioramento. 786 sono i musei aperti al pubblico presenti all’interno della Regione Toscana; 93 i Musei che nel 2023 hanno presentato istanza per il riconoscimento della qualifica, di cui 82 riconosciuti di rilevanza regionale.
“Oltre a questo grande riconoscimento – commenta ancora la direttrice – è arrivata da poco la notizia che il Museo di Gonfienti è risultato beneficiario di un contributo del Consiglio regionale, per aver partecipato al bando per la celebrazione della “Giornata degli Etruschi” che permetterà di finanziare il 23 settembre un’iniziativa gratuita tesa ad avvicinare il più ampio numero di persone alla conoscenza del Museo e alla presentazione dei volumi sugli scavi e i materiali dell’insediamento etrusco di Gonfienti, con la collaborazione della Soprintendenza competente e dell’Università di Firenze”.