Il calzolaio delle star con le sue creazioni iconiche incontra gli anni ruggenti di Hollywood: dove Salvatore Ferragamo aprì la prima boutique nel 1923 e dove conquistò con le sue scarpe le stelle del grande schermo. La retrospettiva “Salvatore Ferragamo 1898-1960″, aperta fino al 4 novembre 2024 e allestita nel museo di Palazzo Spini Feroni a Firenze, racconta a tappe un’esistenza straordinaria.
La storia di un uomo, di un artigiano, di un imprenditore ma soprattutto di un visionario che anticipò i tempi puntando alla rinascita dell’artigianato e valorizzando il Made in Italy che ispira non solo la maison secondo i principi di eleganza ed eccellenza.
Ferragamo, una mostra in nove sezioni
Il percorso espositivo in nove sezioni parte dalle origini di Ferragamo: dalla nascita a Bonito nel 1898 alla scomparsa prematura a Fiumetto nel 1960 e un’esistenza tra due guerre e due mondi: l’Italia e l’America.
Fondamentale il contributo per lanciare il Made in Italy e l’artigianato di lusso negli Stati Uniti: aspetto che emerge con chiarezza da scritti, oggetti, opere d’arte, fotografie e filmati. Nell’esposizione si trovano inoltre gli studi anatomici e la sperimentazione cromatica, la ricerca condotta su forme e materiali, le ispirazioni artistiche e culturali e la perizia delle lavorazioni e delle decorazioni.
Il rapporto con le star di Hollywood
La curiosità maggiore circonda “Hollywood Boot Shop”: foto, filmati e modelli di calzature originali del periodo a Hollywood tra il 1923 e il 1927, con l’apertura della prima boutique di Salvatore Ferragamo. Un indirizzo che in breve tempo sarà amato da star e celebrità internazionali come Pola Negri, Mary Pickford, Joan Crawford e Rodolfo Valentino.
Anche l’ultima sala del percorso espositivo indaga il rapporto di Ferragamo con star del cinema, aristocratiche e protagoniste del jet set internazionale. Ecco quindi le forme dei piedi delle grandi star, presi personalmente da Ferragamo. Annotate le piccole manie, le preferenze e i gusti personali di ogni cliente.
Ricerca, innovazione, brevetti e colori
Le sezioni centrali della mostra invece gettano uno spiraglio di luce su una rara antologia di pellami, oggetti e opere d’arte a cui il calzolaio delle star si è ispirato. Gli studi condotti sulla struttura e sulla meccanica del piede, individuando soluzioni per la distribuzione del peso del corpo: proprio come un ingegnere o un architetto. Esposti ci sono anche gli otto modelli di scarpe selezionate per la loro forma particolare e per l’assenza del colore: la calzatura come uno studio quasi architettonico.
Non stupisce che nel corso della sua carriera abbia depositato 369 brevetti per la costruzione delle scarpe. Tra i progetti il tacco a zeppa in sughero, il tacco a gabbia e la suola a conchiglia. Così Ferragamo ha traghettato la tradizione artigiana fiorentina a un nuovo Rinascimento.
Dalle calzature conservate nell’Archivio Ferragamo emerge infatti l’amore per il calzolaio delle star per i colori e le monocromie primarie, i patchwork geometrici e gli effetti optical: influenzati dalle avanguardie futuriste e cubiste, dal ricordo della propria terra, dai paesaggi della California.
I podcast sul calzolaio dei sogni
In occasione della mostra Chora Media e il Museo Ferragamo presentano “Salvatore Ferragamo: Il calzolaio dei sogni“, una nuova serie podcast in otto episodi di circa venti minuti disponibili dal 26 ottobre sulle principali piattaforme audio e accessibili attraverso un QR code all’interno della mostra.