La storia di Follonica in un film con Alessandro Haber, Cecilia Dazzi, Blu Yoshimi, Luigi Fedele e Cristiana dell’Anna
E’ disponibile gratuitamente sulla piattaforma Chili il film La fabbrica delle storie, mediometraggio di quarantadue minuti diretto dal regista toscano Francesco Falschi e scritto da una delle più importanti firme della narrativa italiana, Sacha Naspini, con lo stesso regista, realizzato in occasione del centenario della città di Follonica, nel 1923. Un comune di recente costituzione, Follonica, ma dalla storia antica: basti considerare che il termine Officina Fullonica, usato in epoca romana, stava ad indicare un opificio per la produzione, il lavaggio e la tinteggiatura dei panni. Il suo nome è stato inoltre per secoli, dall’epoca rinascimentale fino ad anni recenti, legato alla produzione delle sue note fonderie. Il film La fabbrica delle storie è stato realizzato grazie al Comune di Follonica, con il patrocinio della Regione Toscana. Ad essere raccontata è la storia della “città-fabbrica”, attraverso le vicende di cinque personaggi di fantasia, ma le cui storie affondano nel contesto sociale della cittadina toscana. Storie che si snodano con linguaggi diversi, tra recitazione teatrale, fiction e documentazione storica. A comporre il cast de La fabbrica delle storie, alcuni dei più noti interpreti del cinema e del teatro italiani: il grande Alessandro Haber, insieme ad un altro volto noto del cinema e della tv, Cecilia Dazzi – protagonista del film d’esordio di Falaschi Emma sono io – Luigi Fedele (che con Falaschi ha già lavorato in Quanto basta), Cristiana dell’Anna, attrice che si è fatta notare per la sue interpretazioni in Gomorra, Qui rido io e Francesca Cabrini, Blu Yoshimi, giovane protagonista de Sol dell’avvenire, di Nanni Moretti. La colonna sonora è stata composta dal musicista Paolo Vivaldi.
Duecento anni di storia di Follonica, raccontata in un docufilm
La fabbrica delle storie racconta poco meno di duecento anni della storia di Follonica, affindandosi alle parole e ai sentimenti di cinque personaggi emblematici, inventati e allo stesso tempo verosimili: il bracciante che nella metà dell’Ottocento decide di lasciare i campi alla scoperta degli “inferni” degli alti forni; la giovane ragazza che all’inizio degli anni ’30 entra a servizio in una casa dei “signori”, situata proprio vicino a quella che tutti chiamano la “città nella città”: la fonderia. E ancora gli anni del boom economico, fino al cambiamento nella fisionomia di uno dei luoghi più belli della costa meridionale toscana, oggi meta di tanti turisti italiani e internazionali. Cinque storie – o meglio cinque destini – legati ad una città che si muove, che cambia abito, pur rimanendo ancorata alla sua storia. E fare da trait d’union tra i vari personaggi, un oggetto, una sorta di “testimone”, che come in una sorta di staffetta intergenerazionale, vediamo passare di mano in mano e che accompagna lo spettatore in un viaggio nei luoghi emblematici di una comunità. Uno sguardo nel passato di una città dalla grande tradizione produttiva, che oggi guarda al futuro e alle nuove sfide che la attendono.