L’Azienda regionale per il diritto allo studio riparte nel segno della sostenibilità. Obiettivo? Non mancare gli obiettivi fissati dalla strategia Toscana carbon neutral 2050. Il che significa: plastic free, aumento delle proteine vegetali nei pasti a scapito di quelle animali, ricorso sempre maggiore a fornitori a filiera corta.
In una delle ultime sedute del cda, l’azienda ha approvato all’unanimità – e dunque con il parere favorevole anche dei rappresentanti delle studentesse e degli studenti – una chiara linea di indirizzo operativa per il triennio 22-24 diretta alle strutture gestionali dei propri servizi di ristorazione e di accoglienza.
“Siamo di fronte ad una decisione importante “, ha commentato plaudendo alla scelta, l’assessora all’Università e al diritto allo studio Alessandra Nardini. “Il nostro sistema si pone ora tra i primi in Italia non solo per la capacità di garantire il diritto allo studio con servizi di qualità ma anche sul fronte del contributo alla riduzione dell’impatto ambientale, la più grande sfida che abbiamo di fronte”.
Marco Del Medico, presidente del consiglio di amministrazione del Dsu, esprime soddisfazione per l’approvazione di questa linea di intervento: “Alla stregua di quanto già fatto in altre realtà europee, come quella di Berlino, ribadiamo una scelta netta che fa del Dsu un’azienda pubblica capace di guardare sempre più al futuro. Siamo decisi a proseguire su questa strada anche su altri settori rilevanti della nostra attività: l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare è certamente uno di questi”.
Le iniziative
Nell’ambito delle più recenti azioni di sostenibilità ambientale, si è conclusa positivamente la procedura di gara di affidamento per la fornitura biennale di materiale monouso plastic free. I successivi passi del percorso di sostenibilità messo in campo dal Dsu riguarderanno i menù delle mense, che ridurranno la presenza di pietanze a base di proteine animali a favore di quelle vegetali. Questa misura potrà concorrere al contenimento dell’inquinamento, riducendo le emissioni di Co2 causate dagli allevamenti intensivi.
Parallelamente, il pacchetto di iniziative si rivolgerà al consumo di acqua: l’azienda ha deciso di portare a esaurimento le scorte di bottigliette finora acquistate senza procedere al rinnovo di forniture. Saranno preferiti i dispenser, il cui numero aumenterà ulteriormente presso mense e punti ristoro a gestione diretta. Nel nuovo programma delle attività contrattuali aziendale sono state inserite le forniture di ulteriori erogatori di acqua microfiltrata e di borracce in alluminio da consegnare ai borsisti Dsu. “Stiamo valutando – aggiunge Del Medico – di regalare agli studenti, come ha già fatto l’Università di Firenze con gli iscritti al primo anno, bottiglie o borracce riutilizzabili”.
Ulteriore passaggio sarà quello di agire sull’accorciamento della filiera produttiva per avvicinarsi a produttori a km zero.
“Dalla Toscana – conclude Nardini – arriva un messaggio importante e una concreta linea di azione che contribuiranno ad una necessaria mobilitazione collettiva per la salvaguardia del pianeta e la lotta ai cambiamenti climatici”.
Numeri e risultati
Sin dal 2008 il Dsu Toscana ha lanciato la campagna “Una mensa che fa la differenza”, coinvolgendo gli studenti nella differenziazione dei rifiuti a fine pasto secondo le disposizioni dei gestori dei servizi ambientali. Inoltre la maggior parte delle mense utilizza da tempo un sistema di erogazione bevande a libero consumo con impianti “free-beverage” che consente di ridurre i rifiuti da imballaggi dell’acqua delle bevande e in particolare il numero di bottigliette di plastica e di lattine. Questa iniziativa ha permesso di raggiungere importanti risultati fino ad oggi, come la riduzione di 113 tonnellate di rifiuti da imballaggio, 4.658 tonnellate annue di merci trasportate, 185 tonnellate di Co2.
A questo si aggiunge che attualmente circa il 60% di pasti preparati nelle 38 mense universitarie presenti sul territorio regionale – gestite direttamente dal Dsu Toscana o attraverso contratti di appalto o convenzione – viene servito esclusivamente con materiale riutilizzabile, il 35% utilizzando materiale misto riutilizzabile e monouso e solo il 5% con prodotti in materiale esclusivamente monouso.
Il Dsu ha poi dato attuazione alla normativa sui “criteri ambientali minimi” (Cam) per la fornitura di derrate alimentari previste dai “piani d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione”. Nei propri capitolati di affidamento sono stati introdotti anche criteri “premianti” la sostenibilità energetica e ambientale, favorendo così i fornitori che adottano misure tese alla riduzione o eliminazione di imballaggi in plastica, all’incentivazione della raccolta differenziata, all’adozione di politiche di riciclo e riutilizzo.