Sta per nascere il “Consorzio di tutela dei vini Carmignano”. Sedici produttori locali, la quasi totalità di quelli operativi sul territorio, hanno avviato l’iter per la costituzione e il successivo riconoscimento da parte del Ministero dell’agricoltura.
Un passaggio fondamentale che fornirà al Consorzio tutti gli strumenti necessari per la piena efficienza operativa all’interno della Comunità Europea per la tutela del prodotto, la sua valorizzazione, i controlli sul rispetto delle regole comunitarie sulla produzione e la promozione del territorio.
Un Consorzio per tre denominazioni
Le competenze del Consorzio saranno relative a ben tre denominazioni, ovvero vini Carmignano DOCG, vini Barco Reale di Carmignano DOC (rosso e rosato) e Vin Santo di Carmignano DOC e coinvolgeranno gli utilizzatori che esercitano una o più attività produttive: viticoltura ma anche vinificazione o imbottigliamento.
“Il riconoscimento ministeriale – ha detto la vicepresidente e assessora all’agroalimentare della Toscana Stefania Saccardi – è fondamentale per consentire al Consorzio di ampliare i propri orizzonti operativi in ambito comunitario. In questo momento ci sono temi molto sensibili, come la salute del consumatore e la sostenibilità del prodotto e su questi argomenti sarà di grande importanza la presenza qualificata di Carmignano che, ricordiamolo, è una delle denominazioni più antiche del mondo, visto che nacque grazie al decreto di Cosimo III nel 1716”.
In particolare il Consorzio infatti attiverà tutte le azioni di vigilanza, tutela e salvaguardia svolte nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale, in collaborazione e sotto il coordinamento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari ICQRF, in raccordo con la Regione Toscana.
Una storia che risale al 1716
La storia del nuovo Consorzio risale al 1716, quando Cosimo III regolamentò la zona di produzione del Carmignano, ma prima ancora aveva istituito una “Congregazione” ovvero un vero e proprio antesignano di quello che sarebbe diventato il futuro istituto dei Consorzi di tutela. Grazie alla lungimiranza di Ugo Contini Bonacossi della Tenuta di Capezzana, il Carmignano rivendicò negli anni Settanta la sua indipendenza come denominazione e costituì l’associazione dei vini Carmignano.
“Siamo molto soddisfatti – ha detto il presidente del Consorzio Fabrizio Pratesi – per la ampia e convinta partecipazione dei produttori operativi nel comprensorio di Carmignano. Questa partecipazione dimostra la volontà degli imprenditori di collaborare in maniera sempre più stretta al fine di puntare a livelli qualitativi alti e uniformi per tutta la Denominazione. I risultati in termini di premi e di riconoscimenti ottenuti da Carmignano ci incoraggiano a lavorare sempre più convinti in questa direzione.”