Il cinema per l’incusione dei disabili mentali e relazionali
Sono stati inaugurati lo scorso 12 ottobre, ad Arezzo (via dei Cappuccini 2), i Poti Pictures Studios: si tratta del primo polo cinematografico dedicato alla formazione e sperimentazione in campo cinematografico, per le persone con disabilità intellettive e relazionali. Promosso da Poti Pictures, divisione cinematografica della Cooperativa Sociale Il Cenacolo, e realizzato grazie al contributo di IKEA Firenze, di FONDO DI BENEFICENZA INTESA SANPAOLO e di BANCA TEMA, i Poti Pictures Studios si pongono l’obiettivo di ridefinire la visione della disabilità e dell’inclusione sociale nel mondo del cinema, proseguendo l’impegno della storica casa cinematografica aretina attiva da quasi venti anni.
Poti Pictures Studios, da progetto a realtà, ospitata ad Arezzo
I Poti Pictures Studios sono un vero e proprio laboratorio di opportunità e sperimentazione, non meramente un luogo di formazione in senso tradizionale. Sono un luogo in cui la disabilità intellettiva e relazionale viene letta come prospettiva attraverso la quale abbattere pregiudizi, creare nuovi immaginari e raccontare storie. Questo progetto, che trova le sue radici nel territorio aretino e nella tradizione culturale toscana, si propone di mostrare come professionalità ed esperienza possano farsi strumento di emancipazione e sviluppo sociale.
Il linguaggio audiovisivo viene utlizzato come veicolo di inclusione, superando le barriere imposte dalla disabilità e offrendo concrete opportunità di partecipazione sociale e professionale a persone spesso escluse da tali contesti. Attraverso la realizzazione di cortometraggi, videoclip e documentari, la Poti Pictures racconta storie, siano esse fantastiche o ispirate alla realtà, con uno stile unico e riconoscibile. Un approccio che trova la sua massima espressione anche nella Poti Pictures Academy, la scuola di cinema realizzata grazie al contributo di Fondo di Beneficenza Intesa Sanpaolo, Comune di Arezzo, Consorzio Coob e Fondazione CR Firenze, dove l’intero percorso formativo stimola nei partecipanti impegno, autostima e autoefficacia. Un metodo innovativo validato scientificamente dall’Università degli Studi di Siena.
Madrina della Poti Pictures Studios, l’attrice Claudia Gerini
A rappresentare, in veste di madrina speciale, la Poti Pictures Studios, una delle principali attrici del cinema italiano, Claudia Gerini, che ha affermato: “Sono particolarmente orgogliosa e felice per questo evento, molto rivoluzionario e importante: gli Studios della Poti Pictures, grazie al sogno di pochi ma alla generosità di tanti, diventa realtà. Gli Studios saranno un luogo di confronto e sperimentazione dove le disabilità intellettive e relazionali verranno messe in prospettiva per abbattere pregiudizi e nuovi immaginari, nuove storie. Un progetto bello, rivoluzionario, importantissimo”.
L’evento inaugurale della Poti Pictures Studios
L’inaugurazione dello scorso 12 ottobre, alla quale hanno preso parte il Vice Sindaco di Arezzo, Lucia Tanti, Sua Eccellenza il Vescovo di Arezzo Monsignor Andrea Migliavacca, i partner di progetto Banca Tema, IKEA Firenze, l’attore Giovanni Calcagno, il produttore Salvatore Lizzio, e gli attori della Poti Pictures dei Poti Pictures Studios. ha rappresentato un momento di grande condivisione con la cittadinanza un’occasione per far conoscere da vicino un progetto ambizioso, che mira a cambiare la percezione della disabilità nel cinema, promuovendo un nuovo paradigma di integrazione e innovazione culturale. Nel corso dell’evento inaugurale, sono stati presentati anche gli studenti attualmente iscritti alla Poti Pictures Academy, che nella primavera del prossimo anno realizzeranno un cortometraggio professionale. Questo progetto, che sarà presentato in festival cinematografici ed eventi pubblici, metterà in evidenza il potenziale creativo e le competenze tecniche sviluppate dalla collaborazione tra allievi e professionisti del settore. L’obiettivo resta quello di promuovere un’inclusione autentica e di alta qualità, che rafforzi la consapevolezza delle capacità e delle potenzialità individuali.
“La Poti Pictures – dichiara Massimo Paoletti, Presidente Cooperativa ‘Il Cenacolo’ – divisione cinematografica della cooperativa sociale Il Cenacolo, è la prima casa di produzione cinematografica sociale al mondo. Questo laboratorio, nato oltre dieci anni fa, rappresenta un nuovo umanesimo culturale, basato sul presupposto che ogni persona ha una bellezza unica da raccontare e una visione originale del mondo. L’ambizione è di proporsi come modello a livello nazionale per lo sviluppo del binomio cinema-disabilità, sfidando gli stereotipi esistenti e trasformando la percezione della società nei confronti delle persone con disabilità”.
“Alla soglia dei 20 anni di attività, siamo particolarmente felici ed emozionati per questo importante traguardo” – ha aggiunto Daniele Bonarini, regista e ideatore della Poti Pictures. “Gli Studios, a lungo immaginati e pensati nelle nostre fantasie, prendono finalmente vita. Ci siamo spesso interrogati su come potevamo continuare a dare spazio agli attori formati presso la Poti Pictures Academy, a come strutturare tutte le conoscenze e le relazioni che in questi anni abbiamo instaurato con il mondo del cinema e su come potevamo amplificare quel bisogno grande che c’è di dare voce e dignità alle persone con disabilità nel mondo della comunicazione mainstream. I Poti Pictures Studios, vogliono essere tutto questo e ringrazio quanti hanno creduto e sostenuto quella che, fino a poco tempo fa, sembrava essere l’ennesima follia di pochi sognatori”.
Lucia Tanti, Vice Sindaco del Comune di Arezzo, ha proseguito: “Siamo molto orgogliosi che il Comune di Arezzo fin dall’inizio abbia sostenuto la sfida di dare vita ad una Academy che ha come obiettivo la formazione di persone con disabilità intellettiva nel settore cinematografico. Grazie alla Poti la città di Arezzo è la prima al mondo ad essere sede di una casa cinematografica sociale e polo formativo in questo settore. Questo dimostra una modalità nuova di approcciarsi alle diverse abilità lasciando da parte ogni atteggiamento buonista e assistenziale, valorizzando invece i talenti che ognuno di noi può esprimere. La Poti quindi non è soltanto una esperienza nell’ambito delle diverse abilità, ma è proprio un paradigma nuovo di approccio e sensibilità”.