Sabato 2 marzo il cantautore Mirko Mancini in arte Mirkoeilcane sarà in concerto alla Casa del Popolo Impruneta, in provincia di Firenze, per la presentazione di “La musica contemporanea mi butta giù”, l’ultimo album d’inediti pubblicato da Santeria/Audioglobe.
Mirkoeilcane porterà per la prima volta dal vivo in Toscana, accompagnato dalla sua band, le 12 tracce che compongono “La musica contemporanea mi butta giù”: un’opportunità unica per immergersi nell’universo dell’artista, un mondo emozionante, popolato di racconti, sogni lucidi e visioni.
Nell’album, ad accompagnare il cantautore nel suo viaggio ci sono due ospiti d’eccezione: Giobbe Covatta, nel brano “Secondo Giobbe”, un monologo tagliente, divertente e al contempo serio sulla religione e le sue incoerenze e Daniele Silvestri, che oltre a prendere parte al featuring nel brano “Serie B” ha collaborato attivamente agli arrangiamenti e alla co-produzione del brano “In equilibrio”.
“La musica contemporanea mi butta giù” è un disco sincero e raffinato pubblicato a distanza di cinque anni dal precedente “Secondo me” (2018), il lavoro di un artista giovane che ha già ottenuto numerosi riconoscimenti importanti come il premio della critica “Mia Martini” e quello per il miglior testo “Sergio Bardotti” per il brano “Stiamo tutti bene”, presentato nella sezione Nuove Proposte del 68° Festival di Sanremo, a cui poi è seguita la Targa Tenco 2018 per la “Miglior canzone”.
Ecco la nostra intervista a MIRKOEILCANE
Ciao Mirko! Il tuo disco si intitola “La musica contemporanea mi butta giù”, noto un’evidente citazione di Battiato
Ebbene sì come nasconderlo, è la voglia di omaggiare la memoria del maestro e c’è anche un po’ il desiderio di porre un monito alla musica che ultimamente è un po’ svuotata delle sue funzioni principali. È bene che esista musica di largo consumo, ma è anche necessario che ci si ricordi che la musica ha una funzione molto più importante che accompagnare la spesa al supermercato. La mia non è una presa di posizione nei confronti di altri, ma anche proprio verso me stesso.
È bene che esista musica di largo consumo, ma è anche necessario che ci si ricordi che la musica ha una funzione molto più importante che accompagnare la spesa al supermercato
Quali sono secondo te le funzioni più importanti della musica?
In Italia, ma anche fuori dell’Italia, c’è sempre stato un peso sociale della musica. Spesso e volentieri la musica è stata promotrice di rivoluzioni, di cambiamenti. Secondo me è importante riempire la musica di un significato che nella migliore delle ipotesi smuove le opinioni, le coscienze e può portare a un miglioramento, invece che a questa stasi che ultimamente è diventata antipatica.
Credo che 20, 30 anni fa si facesse molto più musica di questo tipo. C’erano gruppi negli anni ’90 in Italia il cui focus erano proprio battaglie politiche per i diritti civili. Tu lo fai oggi con la tua musica?
Sarebbe presuntuoso dire che lo faccio, sicuramente è una mia proposta, è vero anche che ci si scontra con una disabitudine. Se le persone vengono educate ad ascoltare musica con un orecchio e con l’altro stare al telefono, è difficile dargli quel ruolo. Se pensiamo agli anni ’90 c’era ancora occasione di sedersi con degli amici e commentare il testo di una canzone dei CCCP o di altri gruppi. Oggi è un’arte perduta che si perde negli schermi televisivi e dei cellulari.
Tu ti definisci un “musicista compulsivo”, vai in giro con quaderni su cui ti appunti di tutto. Ho letto che addirittura per l’ultimo disco hai scritto ben 50 canzoni da cui poi ne hai dovute scegliere 12
Per me è un gioco, ognuno ha il suo passatempo, io mi diverto a scrivere, lo faccio da quando sono bambino, per me è la normalità. Mi piace pensare che quello che scrivo seduto in una macchina parcheggiata da qualche parte poi lo porto su un palcoscenico, è qualcosa di infinito. È incredibile come il pensiero di uno possa aiutare un’altra persona che neanche conosce personalmente. Se invece si rimpicciolisce la musica a un business siamo in pericolo.
Prima parlavamo di Battiato, quali sono gli artisti che per te sono stati importanti, si è sempre ascoltatori, prima di essere musicisti
Sì assolutamente, è difficile fare una lista, la realtà è che come musicista io ascolto dalla musica classica a Jeff Beck. Se ci sediamo a parlare di testi non posso non citare tutta la tradizione italiana: Battiato, Dalla, De Gregori, li posso nominare tutti. Tutti mi hanno regalato emozioni. Mi fermo ad ascoltare cose più recenti quando mi rendo conto che qualcuno in una canzone ha messo un pezzo di sé e non ha macchinato come finire su Tik Tok. Questo succede quando la canzone è scritta da un solo essere umano, quando ci sono dietro 35 autori c’è sempre qualcosa che non mi torna.
Percepisco una lieve polemica sui pezzi del Festival di Sanremo
Io ho grande rispetto per chi ascolta la musica, ci penso sempre. Invece mi sembra che questo atteggiamento sia un voler prendere in giro che ascolta, come gli autori di Boris. Mi piace pensare che ci voglia rispetto, chi ascolta non è stupido.
Ascoltando la tua musica non ho potuto fare a meno di notare la tua gentilezza, che cosa vuol dire per te essere gentile?
La gentilezza per me è un’attenzione nei confronti degli altri. Ho la fortuna di fare un lavoro che mi ha portato a conoscere tantissime persone. Parlando ti rendi conto che ognuno ha qualcosa da dire che non ti saresti mai aspettato ed è sempre bello scoprirlo. Il rischio di questi tempi è che sia tutto spiattellato sui social. Si perde la magia, con tutta questa smania che c’è di conoscere la vita degli altri, o di “vendere” la propria. Se posso aggiungere una cosa, è venuto a mancare Ernesto Assante, io e lui abbiamo avuto tante occasioni per stare insieme e parlare di musica, non sono bravo a fare “post” ma vorrei ricordarlo con un pensiero e un saluto.
I prossimi concerti de “Le Notti della Santeria”
27 aprile MASSIMILIANO LAROCCA
Ingresso 12 euro intero, 10 euro ridotto soci ARCI, 5 euro ridotto under 30
4 maggio BEN OTTEWELL dei GOMEZ
Ingresso 12 euro intero, 10 euro ridotto soci ARCI, 5 euro ridotto under 30