“I Viaggiatori – Les Voyageurs” di Bruno Catalano, tre sculture che stanno girando il mondo, approdano per un mese sulle mura di Lucca in prossimità del baluardo di San Colombano.
Sulle mura hanno trovato posto tre sculture monumentali, in bronzo, di altezza intorno ai 3 metri – “Pierre David”, “J4” e “Khadine” – che raffigurano persone in movimento. Alcuni volti sembrano neutrali, altri trasmettono nostalgia, altri la gioia dell’approdo.
Un bagaglio di forma diversa l’uno dall’altro sono elementi che concorrono a dare una particolare connotazione umana, psicologica e sociale, del viaggiatore, e dunque, per certi versi, a “riconoscerlo”.
Nella valigia dei protagonisti delle installazioni sistemate lungo la cerchia urbana e sullo sfondo della Cattedrale di San Martino, ci sono infatti ricordi, nostalgia, il peso della vita, i vincoli, ma anche le speranze, l’orgoglio e il desiderio di viaggiare, di vivere.
La collocazione della statue (la prima di fianco alla casermetta San Regolo) e la seconda e la terza a pochi metri di distanza fino quasi a raggiungere la sede dei Lucchesi nel Mondo, diventa anche un omaggio per tutti i cittadini che nei decenni sono andati in terre lontane in cerca di fortuna, trovandola o diventando comunque importanti riferimenti nelle comunità all’estero.
L’artista ha una sua personale ed inedita via espressiva, le statue appaiono così, a prima vista, come incompiute, con vistose parti clamorosamente mancanti, obbligando chi le osserva a chiedersi perfino come possano stare in piedi.
“Les Voyageurs” potrebbero essere letti anche come la metafora del viaggio, necessario alla propria maturazione personale e sociale.
In molti casi ci si rifiuta di rispondere al richiamo all’avventura perché non si vuole lasciare la sicurezza di un mondo che si conosce alla perfezione. Affrontare l’ignoto fa paura, ma è anche l’unico modo per crescere.
Dobbiamo dunque, sembra suggerire l’artista, metterci in viaggio per le strade del mondo, rispondere al richiamo dell’avventura, anche se comporta lacerazioni e perdite.
Di origini miste e mediterranee, Bruno Catalano nasce in Marocco nel 1960. Nel 1975 è costretto all’esilio con la sua famiglia. Sbarcato a Marsiglia, a 18 anni diventa marinaio, poi elettricista, a 30 incontra l’arte e la scultura in argilla attraverso artisti come Rodin, Giacometti, César.
Da quel momento decide di consacrarvi la propria esistenza. Come autodidatta, evolve dall’argilla al bronzo e scolpisce personaggi sempre più grandi, realizzando così notevoli prodezze tecniche.
L’iniziativa è stata realizzata per volontà del Comune, e in particolare dall’assessore al turismo Remo Santini, che vanta la collaborazione della galleria d’arte Ravagnan di Venezia e rappresenta anche il primo atto del patto siglato con l’amministrazione di Viareggio, dove le statue sono state esposte per tutta l’estate.