Tra i modelli agricoli tradizionali più resistenti al cambiamento climatico, c’è anche un esempio in Toscana, ossia i terrazzamenti in pietra a secco di Lamole, nel Chianti.
Questo è quanto emerge dal convegno a Firenze “Tradizione per la transizione: l’agricoltura della resilienza”, nell’ambito del progetto ‘Building capacity’, corso internazionale avanzato applicativo su Giahs (Globally Important Agricultural Heritage Systems) per la valutazione della resilienza in tre diversi contesti socio-ambientali e bioculturali: Africa, Asia e America Latina.
“Ci si accorge che certi sistemi agricoli tradizionali sono forse meno produttivi, ma hanno sviluppato nel corso dei secoli, in qualche caso dei millenni, pratiche di adattamento a climi e ambienti diversi e mutevoli che consentono loro di resistere”, ha detto Mauro Agnoletti, titolare della cattedra Unesco ‘Paesaggi del Patrimonio agricolo’ all’Università di Firenze, e coordinatore scientifico del progetto.
Il terrazzamento, ha spiegato Agnoletti, di fronte a piogge intense è in grado di ridurre la velocità dell’acqua e l’erosione, evitando frane e alluvioni. Quindi conservare i terrazzamenti diventa un’operazione che dal lato ha un ritorno economico, ma dall’altro ha un beneficio ambientale e poi sociale, perché sono funzioni che ormai l’agricoltura svolge per tutta la società.
L’iniziativa fiorentina è collegata al Programma Fao Giahs e cofinanziata dall’Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics) che vede come soggetto attuatore il Dipartimento di Scienze e tecnologie agrarie, alimentari, ambientali e forestali (Dagri) dell’Università di Firenze e il Polo universitario città di Prato (Pin) in qualità di partner.
“La connessione, il legame tra il mondo agricolo e la tutela e la valorizzazione del paesaggio, è fondamentale: lo è ancora oggi in questi giorni particolari nei quali la Toscana è stata flagellata dal maltempo, dagli smottamenti e dalle alluvioni in tanta parte del nostro territorio” ha affermato Stefania Saccardi, vicepresidente della Regione Toscana con delega all’agricoltura.
“Questo naturalmente apre una discussione – ha proseguito -, un dibattito anche sul modello di sviluppo. La grande sfida che abbiamo davanti, e che per certi versi abbiamo provato a descrivere e valorizzare nel complemento per lo sviluppo rurale, che è l’atto di programmazione dell’impiego dei fondi europei nel mondo dell’agricoltura, è coniugare lo sviluppo, la crescita, la qualità, con la conservazione, il miglioramento e la messa in sicurezza del nostro territorio”.
Secondo la vicepresidente Saccardi “il ruolo e l’importanza dell’agricoltura anche nell’ambito della conservazione del miglioramento del paesaggio è un elemento di discussione fondamentale. L’agricoltura non è solo un settore che produce reddito, che genera occupazione, che fa prodotti di grande qualità, e quindi che è fondamentale anche sul tema della sicurezza alimentare, ma è certamente anche un elemento importantissimo di valorizzazione e conservazione e salvaguardia del nostro Paese”.