Crumb Gallery a Firenze espone un progetto inedito di Cecilia Cosci dal titolo “SOGNI” un racconto onirico, un po’ distopico, che si snoda come nei fotogrammi di una pellicola cinematografica, di un film fitto di personaggi che si scambiano di ruolo. Puntano il dito sulle pieghe nascoste delle rappresentazioni, mettono a nudo sentimenti repressi o celati.
Cecilia Cosci, artista fiorentina, lavora da alcuni anni alla costruzione di montage, con personaggi e immagini, ritagliati da opere pittoriche acquisite dalla storia dell’arte, dal Trecento al Novecento, e riformulati in nuove composizioni.
Forbici, colla, carta e cartone, acrilico sono gli strumenti che l’artista usa, spesso di notte, in compagnia della musica che funge da colonna sonora alla sua personale riscrittura di questa narrazione contemporanea.
“Generalmente non penso a niente mentre costruisco l’opera, ma sono molto concentrata” racconta l’artista “Sono completamente rapita, perdo il senso del tempo. Non fumo, non sento la stanchezza, non mi riposo. Finché non ho finito, non riesco a staccare. A volte è una sofferenza, mi viene un gran mal di testa, mi svuoto completamente e dopo mi viene una fame terribile. Quando scelgo un’immagine, capita di trovarle subito una collocazione o un significato in relazione ad altre, a volte invece mi capita di tenerla da parte a decantare. Se sento che non arrivo a nulla, smetto, ci torno in un secondo tempo. Certe figure mi assillano per giorni, o mesi, fino a quando non cambio la loro posizione o funzione, per dar loro una seconda vita.”
“Ogni composizione rispetta un’armonia nei colori e un equilibrio delle singole parti” spiega ancora Cecilia Cosci. “Gli spazi vuoti che lascio credo che abbiano a che fare con un non detto, una parte inconscia che rimane sospesa nel senso.”
Ognuno degli attori del mondo di Cecilia Cosci – tutti riconoscibilissimi, tratti da Rosso Fiorentino, Courbet, Caravaggio, Veronese, Pontormo, Vallotton, Paolo Veronese, Piero del Pollaiolo, Leonardo, Memling, Velazquez, per citarne alcuni – recita parti a sorpresa, si confronta, ci parla pur nella fissità, ci obbliga a guardare e a non far finta che tutto vada bene.
Nella decontestualizzazione si aprono spazi densi di nuovi significati, per esempio in Apri gli occhi, una de Le vagliatrici di grano di Courbet, al posto del setaccio, tiene, tra le mani, un grande occhio: è quello di Ginevra de Benci, dipinta da Leonardo, la malinconica figlia di un banchiere, costretta a sposare un uomo che non amava.
La Cosci ne svela tutta la sua passiva infelicità, condizione comune a molte altre donne che hanno subito costrizioni nel corso della storia, ed è come un grido, un’esortazione a reagire, a non subire.
Crumb Gallery è stata fondata nel 2019 da Rory Cappelli, Lea Codognato, Adriana Luperto e Emanuela Mollica. Crumb Gallery #womeninart nasce come spazio esclusivo per artiste donne.
Promuove, divulga, sostiene ed espone pittura, sculture, fotografie, installazioni e performance di artiste. Le gallerie che espongono solo donne, nel mondo, si contano sulle dita di una mano e Crumb Gallery #womeninart vuole dare il suo piccolo contributo per ridurre il gap tra uomini e donne nel mondo dell’arte contemporanea.