Dalle Gallerie degli Uffizi i dipinti di Jacopo Vignali vanno in mostra al Museo Giuliano Ghelli di San Casciano in ricordo dello storico dell’arte sancascianese Carlo Del Bravo.
Fu lui, infatti, il primo studioso e appassionato dell’artista che collezionò un’ingente collezione di recente donata proprio alle Gallerie degli Uffizi.
Da questa importante acquisizione, di cui va il merito all’erede di Del Bravo, il professor Lorenzo Gnocchi, è nata l’ultima delle mostre di quest’anno di Terre degli Uffizi, intitolata “Jacopo Vignali a San Casciano. Dipinti dalle Gallerie degli Uffizi in ricordo di Carlo Del Bravo” fino all’8 gennaio.
Il professor Carlo Del Bravo, scomparso a Firenze nel 2017 e nato a San Casciano il 16 luglio 1935, è stato allievo di Roberto Longhi e a lungo professore ordinario dell’Università̀ di Firenze, dove ha insegnato storia dell’arte moderna e dove ha formato generazioni di storici dell’arte.
Carlo Del Bravo riunì, nel corso della sua vita, un’ingente collezione di opere d’arte, di recente donata a Le Gallerie degli Uffizi, composta da opere che spaziano dal Cinquecento fino al contemporaneo.
Oltre a collezionare opere di questo artista, Del Bravo ha dato inizio agli studi su Vignali nel contesto di quella ‘riscoperta’ dell’arte fiorentina del Seicento che ha avuto inizio con lui e con la professoressa Mina Gregori.
Jacopo Vignali è stato un importante maestro del Seicento fiorentino e fu presente sul territorio realizzando ad esempio le due bellissime tele per la locale chiesa della Misericordia, ovvero la Circoncisione, firmata e datata 1627, commissionata da Raffaello di Pietro Bambacini e suo figlio Fabio e la Madonna del Rosario, che venne eseguita per un altro altare di patronato dei Bambacini.
La mostra
La mostra è articolata in due sezioni: la prima, curata dal professor Lorenzo Gnocchi, dove si trova il dipinto Il flautista di Vignali, in prestito da Le Gallerie degli Uffizi, focus di questa sezione, affiancato ad altre opere provenienti sempre da Le Gallerie degli Uffizi: Cristo coronato di spine, La Gioventù sorpresa dalla morte, un ritratto a Jacopo Vignali, lo Zefiro del Volterrano, e il Pastore con zampogna di Cesare Dandini.
La seconda sezione della mostra, a cura della professoressa Donatella Pegazzano, è invece riservata ai dipinti a tema sacro in prestito da altre istituzioni, come la Presentazione di Maria al Tempio, sempre del Vignali, e l’Immacolata Concezione di Francesco Curradi.
Qui è esposto inoltre un inedito di Jacopo Vignali, la tela/tabernacolo Madonna del Rosario proveniente dalla Chiesa di San Lorenzo a Castelbonsi, vicino a San Casciano. L’opera, da ritenersi cronologicamente vicina alle già citate tele della Misericordia, è presentata per la prima volta al pubblico in questa esposizione, in cui viene dato conto della sua storia e delle vicende relative alla committenza.
In questa sezione si trova anche Suor Domenica del Paradiso implora la Madonna per la liberazione di Firenze dalla peste, opera che venne eseguita dal pittore nel 1631 ed è quindi anch’essa cronologicamente prossima a quelle della Misericordia e di Castelbonsi.
Il direttore degli Uffizi Eike Schmidt ha dichiarato: “Portare il Vignali, artista che Carlo Del Bravo ha tanto amato e studiato, nella sua terra è il primo passo dell’omaggio che le Gallerie vogliono rendere al Professore. Il lavoro è infatti solo all’inizio: dopo la donazione alle Gallerie degli Uffizi della collezione Del Bravo da parte del suo erede, Lorenzo Gnocchi, è in corso l’allestimento delle sale ad essa dedicate, in Palazzo Pitti, che culmineranno nella ricostruzione dello studio del Professore. Delle opere che egli via via scopriva e acquistava, una delle più celebri è già visibile: il San Giovanni nel deserto di Rosso Fiorentino è, insieme ad altri capolavori, nelle sale degli Uffizi riservate al grande pittore e forse addirittura sorpassa, per terribilità, la cosiddetta ‘Pala dello Spedalingo’. E dopo la mostra di San Casciano, il Christus Patiens e Il flautista di Jacopo Vignali verranno esposti a Palazzo Pitti, insieme alle altre opere della collezione Del Bravo”.
Roberto Ciappi, Sindaco di San Casciano in Val di Pesa ha detto: “È una mostra che nasce dalla volontà di ricordare e rendere omaggio ad uno dei più illustri concittadini sancascianesi, Carlo Del Bravo, uno dei maggiori esponenti della cultura fiorentina, storico dell’arte, docente universitario, studioso dedito alla ricerca e all’insegnamento dell’arte italiana che amava Jacopo Vignali a tal punto da custodire, da appassionato e collezionista, alcuni dei suoi capolavori. Grazie alla donazione che l’erede, il professor Lorenzo Gnocchi, ha voluto offrire a Le Gallerie degli Uffizi e alla collaborazione che ne è sorta con il Comune, avremo la prestigiosa opportunità di ospitare nel nostro gioiello espositivo, il Museo Giuliano Ghelli, un pezzo del cuore di Del Bravo e alcuni dei più rappresentativi tasselli che compongono la produzione artistica di Vignali riferibili alla prima metà del Seicento. Un piccolo grande tesoro che a San Casciano sarà presente con una raccolta di dodici opere complessive di autori fiorentini della prima metà del Seicento di cui otto del Vignali. Queste ultime, alcune peraltro inedite, sono distribuite in gran parte tra le sale del Museo con un’appendice espositiva nella trecentesca Chiesa della Misericordia. L’obiettivo dell’evento, curato da Lorenzo Gnocchi e Donatella Pegazzano dell’Università degli Studi di Firenze, per il quale ringrazio i partners, nonché promotori della mostra, la Fondazione CR Firenze, Le Gallerie degli Uffizi, nell’ambito del progetto Terre degli Uffizi, è anche quello di rilanciare il museo sancascianese nella fase postpandemica. L’iniziativa vuole essere un’occasione di approfondimento, un momento di studio e di riscoperta del pittore che fu uno dei più amati della sua epoca, apprezzato dalla committenza ecclesiastica e privata. Un artista poliedrico, allievo di Matteo Rosselli, che riuscì a dare una connotazione espressiva e umana alla dimensione religiosa e allegorica, fu l’artista degli affetti, capace di ritrarre i sentimenti di amore e devozione verso i soggetti sacri e conferire una straordinaria verità alle figure cariche di naturalezza e bellezza”.