Mercoledì 18 dicembre, Lucca ha ospitato un convegno dedicato al bilancio del decennio trascorso dall’entrata in vigore della Legge Urbanistica toscana (Legge 65 del 2014) e dall’adozione del Piano Paesaggistico Regionale (PIT). L’evento, organizzato dalla Regione Toscana, ha visto la partecipazione di costituzionalisti, architetti, amministratori e funzionari pubblici, oltre ai rappresentanti del Ministero della Cultura e delle Regioni Piemonte, Puglia e Friuli Venezia Giulia, che hanno condiviso esperienze simili di pianificazione paesaggistica.
Un bilancio a luci e ombre
L’assessore all’urbanistica Stefano Baccelli ha aperto i lavori sottolineando come, nonostante i risultati del contenimento del consumo di suolo siano tangibili, l’impatto completo della normativa emergerà nei prossimi anni. “Il consumo di suolo è diminuito sia in termini effettivi che giuridici, grazie a una pianificazione rinnovata al 99% dai Comuni e alle risorse messe a disposizione dalla Regione. Abbiamo investito quasi 200 milioni di euro per riqualificare immobili, quartieri e intere aree urbane”, ha dichiarato Baccelli.
Il direttore del settore urbanistica e paesaggio della Regione Toscana, Aldo Ianniello, ha inquadrato il Piano Paesaggistico come un passo fondamentale per l’attuazione dei principi costituzionali sanciti dall’articolo 9. Ha evidenziato l’importanza del percorso iniziato con lo Statuto della Regione nel 1971 e culminato con la co-pianificazione tra Regione e Ministero. “La forza del Piano risiede nella sua natura sovraordinata, che garantisce un’integrazione tra i principi costituzionali e le funzioni regionali”, ha affermato Ianniello.
Le sfide per il futuro
L’assessore Baccelli ha posto l’accento sulla necessità di ulteriori interventi legislativi e politiche attive per favorire la rigenerazione urbana e ridurre il consumo di suolo. Tuttavia, ha evidenziato anche una nuova sfida legata ai cambiamenti climatici: “Potrebbe essere necessario introdurre strumenti che promuovano una maggiore rarefazione delle aree urbanizzate, per affrontare l’impatto del riscaldamento globale”.
Tra le criticità sollevate durante il dibattito, è emersa la percezione disomogenea del Piano Paesaggistico da parte dei Comuni e degli addetti ai lavori, talvolta considerato più un vincolo che uno strumento di sviluppo. Anche il rapporto tra Regione e Ministero è stato oggetto di riflessione, evidenziando la necessità di un miglior coordinamento.
Un modello di riferimento nazionale
L’esperienza toscana è stata presentata come un modello per altre Regioni, grazie alla capacità di coniugare tutela del paesaggio e sviluppo sostenibile. I rappresentanti delle Regioni ospiti hanno riconosciuto l’importanza di un approccio condiviso tra enti locali e centrali, sebbene abbiano sottolineato la complessità di attuare strumenti così articolati.
Il convegno di Lucca ha rappresentato un momento di confronto costruttivo su un tema cruciale per la Toscana: la gestione del territorio come valore identitario e leva di sviluppo. La strada intrapresa dalla Regione è stata definita ambiziosa e innovativa, ma non priva di sfide. I prossimi anni saranno decisivi per valutare l’efficacia delle misure adottate e per continuare a promuovere una cultura del paesaggio in grado di coniugare conservazione e innovazione.