Cinquant’anni fa, era il 16 agosto del 1972, il mar Ionio svelò i Bronzi di Riace. Oggi, l’anniversario di questa grande scoperta diventa opera d’arte: le due copie a grandezza naturale realizzate negli anni Novanta dalla Fonderia d’Arte Massimo del Chiaro di Pietrasanta verranno immerse nel mare della Versilia, a Marina di Pietrasanta. Per un anno riposeranno nei suoi fondali, per lasciare che l’acqua si mescoli al bronzo e riprodurre così quel legame secolare che ha contribuito a rendere uniche le statue dell’antica Grecia, custodite oggi in Calabria.
Accadrà tutto il 14 agosto, alle 10.30, dal pontile di Tonfano. Le due statue verranno posizionati sui fondali e lì resteranno fino al 2023. Saranno costantemente monitorate con una web cam che restituirà le immagini dei cambiamenti che si verificheranno e dell’impatto del mare sul bronzo, rilevanti non solo da un punto di vista culturale ma anche scientifico.
Il mare, custode di tesori, ma minacciato dall’uomo
Il progetto è stato ideato da Federica Rotondo, in collaborazione con il fotografo Massimo Sestini, e patrocinata dalla Regione Toscana e dal Comune di Pietrasanta. Si chiama “Rewind” e porta con sé un messaggio di denuncia e di rispetto per l’ambiente. Al centro c’è il mare, il grande malato di questo secolo. “Mare che ha protetto per secoli questi capolavori che risalgono all’antica Grecia” e che “abbiamo ripagato con un inquinamento sempre crescente – ha dichiarato Federica Rotondo – Il grido di aiuto che il pianeta ci sta rivolgendo e che si concretizza nelle immagini drammatiche che arrivano da tutto il globo tra lo scioglimento dei ghiacciai, inondazioni, incendi su vasta scala e sviluppo di pandemie devono indurre ciascuno di noi a fermarsi un attimo e riflettere sul mondo che vogliamo lasciare ai nostri nipoti”.
Il litorale di Pietrasanta diventerà così, usando le parole del sindaco, una vera e propria “aula studio”, ma sarà anche un passo ulteriore verso la realizzazione del nuovo Parco marino dell’arte contemporanea che vede la collaborazione anche della Capitaneria di Porto.
I bronzi di Riace, bellezza ritrovata
Un simbolo di bellezza, della perfezione che l’arte ellenica rincorreva: i Bronzi di Riace sono tra le testimonianze più significative dell’arte greca classica. Risalenti al V secolo a.C., sarebbero stati realizzate ad Argo in Grecia. Sono due statue bronzee raffiguranti due uomini nudi, originariamente armati di scudo e lancia, il cui nome scientifico, oltre a statua A e statua B è, rispettivamente, Polinice e Eteocle.
Furono trovati da un sub il 16 agosto del 1972, sul fondo del mar Ionio nel comune di Riace Marina, a 200 metri dalla costa e ad una profondità di 8 metri. Alti 1,98 e 1,97 metri, colpirono per lo stato di eccezionale conservazione. Un primo restauro avvenne negli anni 1975-80 a Firenze, dove, oltre alla pulizia e alla conservazione delle superfici esterne, si cominciò a svuotarne l’interno dalla terra di fusione originaria. Le statue sono esposte al Museo Archeologico di Reggio Calabria.