Una standing ovation durata alcuni minuti con un lungo applauso ha salutato l’arrivo a Firenze del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Una lunga giornata tra i 100 anni di Unifi, il museo della Specola, il parco in memoria di Vigna e la Fondazione Bargellini.
Nel corso della mattina il Capo dello Stato ha presenziato all’inaugurazione dell’anno accademico 2023-2024 dell’Università di Firenze. L’evento ha dato l’avvio ufficiale alle manifestazioni per i cento anni dell’Ateneo in tutto il 2024. L’ingresso del presidente nella grande sala del teatro del Maggio musicale fiorentino è stato accolto con grande calore mentre il coro universitario ha intonato l’inno d’Italia.
Nel corso della mattina sono intervenuti il sindaco Dario Nardella, il presidente della Regione Eugenio Giani, la rettrice Alessandra Petrucci e la ministra dell’Università e della ricerca Maria Bernini.
Il sindaco Dario Nardella ha sottolineato che “la complessità crescente che ogni giorno siamo chiamati ad affrontare chiede più conoscenza, più formazione più ricerca. Eppure, il sostegno a questa infrastruttura civile non pare essere sempre al centro delle nostre priorità di investimento, benché nelle nostre università si formino studiosi tra i più qualificati al mondo. E l’Università di Firenze con le sue eccellenze e le sue strutture di ricerca ha visto al lavoro nelle sue file figure che sono state tra i massimi dirigenti del Paese“.
Secondo il sindaco c’è la necessità di “fare sempre di più delle Università una vera leva di formazione e selezione delle nuove classi dirigenti, a partire dai territori. Spero quindi che questi gloriosi 100 anni siano l’occasione per ricordarlo a tutti”.
Giani e il ruolo dell’università in Italia
“Quello di oggi per Firenze è un momento solenne: in un luogo, il nuovo teatro dell’Opera che è stato inaugurato proprio in occasione delle celebrazioni dei 150 anni della nascita del nostro Paese, in occasione del centenario della fondazione dell’Università di Firenze, che ha riportato la cultura ed il futuro al centro della vita cittadina, il Capo dello Stato ci ha omaggiato con la sua presenza” ha ricordato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.
“La scelta del presidente Mattarella di presenziare a questa cerimonia – ha affermato Giani – è quanto mai significativa, perché il livello di cultura di un Paese si misura anche dalla sua capacità di formare i propri giovani, dare loro valori e capacità di innovazione. E la Toscana ha una lunga tradizione di cultura, creatività, innovazione, che affonda le radici nella storia ma anche nel recente passato ha giocato un ruolo di primo piano, diffondendo sapere e sensibilità democratica anche grazie a figure come quella del rettore dell’Ateneo di Firenze Piero Calamandrei”.
Ricerca è fondamentale, il ruolo dell’innovazione
“Siamo entrati nel 21mo secolo con impressionanti livelli di sviluppo tecnologico che rendono più facile la nostra vita. Gli investimenti in ricerca sono essenziali ma non dobbiamo mai dimenticare che al centro c’è sempre la persona. Questo l’obiettivo che il ministero porta avanti accanto alle università italiane: garantire che la ricerca non smarrisca mai la propria missione a vantaggio del bene comune. Abbiamo il dovere morale di porci delle domande, avere anche dei dubbi, anticorpi e antidoti, sui costi e benefici di scoperte altamente impattanti” ha invece sottolineato il ministro dell’Università e della ricerca Maria Bernini intervenendo alla cerimonia.
“Al Mur stiamo portando avanti anche il tema della innovazione organizzativa e didattica. Non esiste solo il tema della ricerca tecnologica e innovativa ma anche quella didattica e organizzatica per formare figure destinate ad operare in un mondo e in mestieri che ancora in parte non esistono” ha aggiunto la ministra dell’Università e della ricerca Maria Bernini.
“Dobbiamo spendere bene le risorse del Pnrr” ha assicurato la ministra Bernini perché “se non finalizzate potrebbero essere disperse. Penso al piano degli alloggi” per “l’obiettivo sfidante di 66mila posti letto entro il 2026” ha concluso Bernini annunciando che individuerà “una figura di riferimento all’interno del ministero per semplificare” le procedure per giungere all’obiettivo sui posti letto.
Inclusione, incremento, impegno
“Tutti gli anni uso un filo rosso, su cui costruire questo saluto iniziale, che non annulla i precedenti, ma si lega ad esso, potenziando il nostro comune impegno. Quest’anno scelgo la preposizione ‘in’: inclusione, incremento, impegno” ha raccontato la rettrice dell’Università di Firenze, Alessandra Petrucci.
“Inclusione come apertura, unione, integrazione – ha aggiunto -: è qui che sta il futuro, un futuro più saggio di presuntuosi valori, solo apparentemente identitari. Incremento, come derivato da un atto di creazione incoativa, cifra di vitalità, arco di parabola che sale e che, nel suo movimento, fa crescere anche altro da se”.
Una presenza femminile sempre più importante
“Rileggere i numeri degli studenti del 1924, confrontati a quelli di oggi, offre uno spunto di riflessione fondamentale, soprattutto se guardiamo alla presenza delle donne che, da timide ospiti, sono diventate protagoniste, crescendo nel numero tra i docenti e tra gli studenti” ha spiegato la rettrice dell’Università di Firenze.
“Nel 1924 185 donne iscritte, il 17% del totale – ha aggiunto -, con un primato, nonostante tutto, positivo rispetto al panorama nazionale, anche se fortemente polarizzato nei corsi di Lettere, Scienze naturali, Magistero. Oggi, invece, le ragazze Stem, iscritte cioè a corsi di area scientifico-tecnologica, a Firenze, hanno numeri al di sopra della media nazionale, con un differenziale positivo anche nei voti di laurea”.
Per Petrucci “l’Ateneo è molto attivo nelle iniziative per favorire la parità tra i generi, attraverso figure e istituzioni dedicate. Il Piano di uguaglianza di genere 2021-2024, la riclassificazione delle voci di bilancio in ottica di genere, l’uso di un linguaggio inclusivo costituiscono alcuni degli strumenti per superare quella segregazione verticale e orizzontale che in certi settori è ancora percepibile”.
Ricerca spaziale fuori dalle logiche militari
Alla relazione della rettrice hanno fatto seguito gli interventi del rappresentante degli studenti Carlo Spadoni, del personale tecnico-amministrativo Francesco Oriolo e la prolusione, per la prima volta affidata ad una laureata Unifi, Simonetta Cheli oggi direttore dei Programmi di Osservazione della Terra, ESA (Agenzia Spaziale Europea) e Capo di ESA/ ESRIN.
L’intervento è stato più volte ripreso dal presidente Sergio Mattarella ricordando che la ricerca scientifica spaziale aiuta alla “conoscenza della terra, conoscenza di cui in realtà disponiamo ancora in maniera insufficiente e ridotta, anche perchè viene dissipato gran parte del tempo, delle energie e delle risorse nel competere, nel contrastarsi, quando non nel combattersi e nel cercare di distruggersi, quando vi sono di fronte all’umanità sfide e traguardi necessariamente comuni“.
“Se c’è un messaggio importante è far si che lo spazio rimanga un ambito collaborativo di conoscenza scientifica di fronte a tentativi di farne uno spazio di interventi commerciali se non addirittura di competizione militare. La ricerca scientifica nello spazio rimanga tale al servizio dell’umanità, preservando il futuro dello spazio ad una visione collaborativa” ha aggiunto ancora il presidente della Repubblica.
Mattarella cita La Pira e Calamandrei
Non è mancato un cenno di Mattarella ad “alcune figure illustri di docenti dell’università di Firenze: ricordare Pietro Calamandrei e Giorgio La Pira mi ha fatto pensare al grande rigore costituzionale del primo e alla visione non illusoria o sognatrice ma coraggiosa e profetica del mondo del secondo”.
Infine, il coro universitario ha eseguito il Gaudeamus igitur. In occasione della cerimonia, al Presidente della Repubblica sono stati donati il volume “Firenze e l’Università. Passato, presente e futuro” e la medaglia celebrativa “Da un secolo, oltre” realizzata dallo scultore Onofrio Pepe per i cento anni dell’Ateneo.
La visita al Museo della Specola
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha poi raggiunto il Museo della Specola di Firenze, visitando le sezioni del museo di scienze naturali dell’Università di Firenze dedicate a cere anatomiche e cere botaniche. Il museo, chiuso dal 2019 per lavori di riqualificazione della sede di via Romana, sarà nuovamente inaugurato il prossimo 21 febbraio.
Il Capo dello Stato è stato accolto alla Specola da Marco Benvenuti, presidente del sistema museale dell’Università di Firenze. Istituito come Imperiale e Reale Museo di Fisica e Storia Naturale dal Granduca Pietro Leopoldo il 21 febbraio 1775, deve il suo appellativo all’Osservatorio astronomico realizzato nel Torrino che ne sovrasta la storica sede. Si tratta del primo esempio di museo scientifico aperto a tutti, senza limitazioni di provenienza, di genere o di ceto.
“Ci siamo soffermati sulle cere anatomiche del ‘700, di grandissimo pregio, e abbiamo anche ammirato la prima cera nella storia dell’umanità, realizzata proprio nel XVII secolo, che riproduceva un orecchio”, ha spiegato il sindaco Nardella ai cronisti, fuori dal museo. “E’ un vero e proprio gioiello del patrimonio culturale e scientifico mondiale”, ha aggiunto.
Il governatore Giani, al termine della visita, ha confermato che Mattarella “è rimasto molto colpito dalla prima cera anatomica, risalente al 1697, che poteva consentire di far capire agli astanti, ai cittadini, agli studiosi, come si presentasse il corpo umano. E’ rimasto davvero colpito oggi, nel mondo della realtà virtuale, di come secoli fa si riuscisse attraverso la Specola a dare un senso proprio, compiuto, materiale dei meccanicismi del corpo umano”.
Il parco in memoria di Vigna
Mattarella ha inaugurato a Firenze il parco dedicato al magistrato Piero Luigi Vigna (1933-2012), già procuratore nazionale antimafia e prima ancora al vertice della procura di Firenze dove ha condotto le investigazioni di celebri inchieste giudiziarie. Il parco è nel quartiere di San Donato, fra il Palazzo di Giustizia e il Polo universitario di Novoli.
Vigna, lo ha anche ricordato così il sindaco Nardella nel proprio intervento pronunciato davanti a Mattarella, “fu silenzioso investigatore, alacre facilitatore per le attività di tutti i suoi magistrati, attentato ai bisogni dei cittadini”, “Vigna è stato un pubblico ministero per passione”, “le sue erano inchieste serene e affidabili”, “serie e rigorose”.
La nascita della Fondazione Bargellini
L’ultima tappa fiorentina del presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stata al Cenacolo di Santa Croce per la cerimonia di inaugurazione della Fondazione intitolata a Piero Bargellini, il sindaco dell’alluvione di Firenze.
Mattarella è stato poi accompagnato nella chiesa di Santa Croce per una visita alla cappella Cerchi. Un lungo applauso, con le persone tutte in piedi, ha salutato l’uscita del presidente e la fine della sua giornata fiorentina poco dopo le 17.