La Guida alle Osterie Slow Food 2023 certifica il buono stato di salute della cucina toscana: 6 nuove chiocciole che si vanno ad aggiungere alle 21 già presenti. Ben 147 le osterie, con 11 novità e 46 bottiglie. La Guida alle Osterie Slow Food conta nel complesso 1730 locali e 139 nuovi ingressi: figurano anche agriturismi, enoteche con cucina e ristoranti tra la semplicità del gusto e la bontà della tradizione.
La Toscana nel sussidiario Slow Food
Il sussidiario del mangiarbere all’italiana è stato presentato in Consiglio regionale della Toscana. Evento promosso dal consigliere regionale Marco Landi. A seguire una degustazione di piatti presentati da 5 delle sei nuove chiocciole di quest’anno: Nonno Cianco di Cutigliano (Pt), Agriosteria La Casa del Buono di Terranuova Bracciolini (Ar); La Ciottolona di Montieri (Gr), La Bottegaia di Pistoia e la fiorentina Osteria dell’Enoteca. Mancava in Regione la sesta chiocciola: Azzighe – Osteria a metà di Livorno.
Nel dettaglio le 27 osterie “chiocciolate” sono così ripartite: 5 ad Arezzo, 4 a Firenze, Grosseto e Siena, 3 a Massa-Carrara e Pistoia, 2 a Lucca e 1 a Pisa e Livorno. Tra le osterie che si aggiudicano il Premio Selezione Bere Bene spicca Da Roberto Taverna in Montisi – Montalcino a Siena.
La passione e il gusto della Toscana
“In questo manuale alla scoperta del buon cibo e del buon bere d’Italia ci sta tutta l’idea della nostra Toscana” ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo. “Qui ritroviamo passione, impegno, fatica e amore per la nostra terra. È un connubio forte – ha aggiunto Mazzeo – che tiene insieme territori, tradizioni, arte, cultura e soprattutto la persona. Ogni volta che si entra in una osteria della Toscana, ci si sente a casa”.
La mozione Landi per le denominazioni
Orgoglio per il primato toscano conquistato dalla Toscana è stato espresso dal portavoce dell’opposizione Marco Landi: “Slow food è una eccellenza del mondo enogastronomico che con lungimiranza guarda e attesta il valore delle nostre esperienze locali”. Sulle eccellenze della cucina toscana e sull’importanza della promozione e valorizzazione, Landi ha presentato una mozione che il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità lo scorso anno.
Gli alfieri della cucina della tradizione
Le Osterie Slow Food rappresentano la cucina della tradizione: nei sapori, nell’atmosfera, e anche nel prezzo. “Sono quelle che in questo periodo hanno saputo reagire meglio alle difficoltà riscontrate in termini di personale e aumento dei costi puntando sull’alta professionalità e sui rapporti umani” ha sottolineato Francesco Ranzani coordinatrice regionale della Guida.
Una cucina per raccontare un territorio attraverso gli ingredienti più genuini e sostenibili e accogliere il visitatore con la cultura gastronomica della regione. “Un racconto della toscanità” ha chiosato Gian Marco Mazzanti anch’egli coordinatore regionale, “che riprende e ritrova forza nella cura dei dettagli e nell’attenzione ad una nuova valorizzazione dei prodotti tipici con particolare attenzione alla biodiversità e alla sostenibilità del territorio”.
Giovani cuochi per osterie tradizionali
Tra le novità di quant’anno ci sono “soprattutto giovani cuochi e cuoche, imprenditori e imprenditrici che, tra i tanti modelli offerti dalla ristorazione contemporanea, hanno scelto di calzare proprio quello dell’osteria”, ha concluso Francesca Mastrovito, uno dei curatori nazionali in collegamento durante la presentazione.
Da non dimenticare a completamento di uno spaccato regionale così dettagliato, l’inserto tutto toscano dedicato ai Trippai, fiore all’occhiello della regione. Alla 33esima edizione del sussidiario in Toscana hanno collaborato 22 i collaboratori.
A chiusura della presentazione in Consiglio Regionale 5 delle nuove chiocciole hanno offerto in degustazione alcuni dei loro piatti forti come la Zuppa del Pastore e il Castagnaccino per Nonno Cianco, i Fagioli zolfini all’olio nuovo e ciccioli di Tarese (due presìdi Slow Food) proposti dall’Agriosteria La Casa del Buono, ma anche la Pancia di Grigio glassata su spuma di cavolfiore e zenzero de La Ciottolona, accanto alla Zuppa dell’osteria di ceci e castagne da La Bottegaia e la Terrina di fegatini con riduzione di Vinsanto della fiorentina Osteria dell’Enoteca.