Un rimbalzo e poi una brusca frenata, il tutto in pochi mesi, dopo due anni di pandemia. L’economia regionale si trova a fare i conti con una crisi internazionale senza precedenti, che riducono anche di molto le stime di crescita del suo prodotto interno lordo per il 2022. Un po’ con l’amaro in bocca, l’Irpet (istituto regionale di programmazione economia) si trova così a dover rivedere al ribasso le sue previsioni travolte dall’incertezza geopolitica e da variabili ormai incontrollabili, come il costo dell’energia e gli approvvigionamenti di materie prime.
I numeri presentati nel rapporto illustrato nella sala della Giunta della Regione Toscana lo spiegano bene: la Toscana aveva chiuso il 2021 con una crescita del Pil pari al 6,2%, ben oltre le aspettative. Il 2022, almeno fino a gennaio, faceva sperare al meglio, con una crescita del 4,2%, più della media italiana. Poi i venti di guerra hanno spostato bruscamente la bussola: a fine di quest’anno i valori potrebbero addirittura dimezzarsi.
Nulla di certo, ovviamente, molto dipenderà da quanto continuerà questa situazione drammatica. Per adesso, l’Irpet – come spiega il suo direttore Nicola Sciclone – stima un Pil per il 2022 del 2,4%, ipotizzando un tasso di di inflazione cresciuto all’8% da marzo in poi (5 punti in più rispetto a solo pochi mesi fa) e lo stop alle importazioni di gas dalla Russia da settembre.
I segnali della brusca frenata e i costi per famiglie e imprese
A gennaio 2022 l’industria toscana ha fatto registrare un meno 6,1 per cento e a marzo gli avviamenti al lavoro hanno segnato un meno 5% rispetto allo stesso mese di due anni fa, prima della pandemia. Aziende e famiglie sono in evidente difficoltà a causa del caro energia. Un solo confronto per capire la portata: sul mercato europeo il gas costava a febbraio 2022 il 353% in più rispetto a tre anni fa.
Alla fine dell’anno, le aziende toscane spenderanno 25 mila euro in più per l’energia. Conto che sale a 55 mila se si tratta di aziende del settore manifatturiero. Per il sistema economico toscano caro energia vuol dire un aggravio di costo di 8 miliardi, se i livelli di prezzo rimanessero inalterati per tutto il 2022. Soprattutto se i prezzi delle materie prime non rientrassero, 15 mila aziende e 117 mila addetti potrebbero trovarsi in seria difficoltà. Male anche per le famiglie: ora la bolletta pesa molto di più sul bilancio familiare e si stima ben 1.747 euro l’anno.
Il fattore demografico che rema contro: la Toscana invecchia
Un ulteriore freno alla ripresa è l’invecchiamento costante della popolazione toscana. Già nel 2020 un toscano su quattro (il 26%) aveva più di 65 anni. Nel 1972 erano poco più della metà. E se il trend non si invertirà, nel 2040 gli over 65 in Toscana potrebbero addirittura essere più di uno su tre (36%), con evidenti riflessi sul Pil prodotto nella regione.
Se si prendeno a riferimento i costi per l’assistenza, e per il welfare in generale, gli economisti calcolano che per mantenere invariato il rapporto tra spesa sanitaria e prodotto interno lordo servirebbe un tasso di crescita di almeno il 4% l’anno. Un fattore, questo demografico, che pesa quanto altri più strutturali, come gli investimenti pubblici da incrementare: solo negli ultimi dieci anni se ne sono persi 200 miliardi.
Il confronto con categorie e sindacati per parlare di strategie e opportunità
“Solo poche settimane fa, prima dell’invasione dell’Ucraina, avremmo parlato di una ripresa importante, anche se non uniforme, con previsioni per il 2022 estremamente confortanti. Poi la situazione è drammaticamente cambiata. Ma con le risorse a disposizione e l’esperienza di due crisi alle spalle abbiamo la capacità di reagire e intervenire sulle componenti che hanno frenato negli anni la nostra crescita”. Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, è comunque ottimista.
Nel corso della tavola rotonda con le associazioni di categoria e i sindacati sono emersi spunti e proposte per il futuro, come quella di un tavolo per la semplificazione. “Sulla sburocratizzazione dobbiamo fare di più – ha detto Giani – anche in Regione, liberandosi di una cultura in cui qualche dirigente ha paura ad assumersi le proprie responsabilità”. Ma non solo, si è parlato di infrastrutture fatte e da migliorare, delle opportunità che derivano dal Pnrr-piano nazionale di ripresa e resilianza e sulla transizione energetica, sfruttando le risorse interne e proponendo una sorta di federalismo energetico, “perchè è evidente che nel sostegno e rilancio dell’economia fondamentale sarà il tema dell’energia”, aggiunge il presidente Giani.