Il Museo della Collegiata di Empoli, uno dei musei minori più importanti e ricchi della Toscana, riapre finalmente al pubblico e diventa più accessibile e inclusivo.
Si sono infatti conclusi i lavori, dal valore di 59.800 euro, che sono stati finanziati con risorse del Pnrr.
In totale per il Museo della Collegiata, il Comune di Empoli è risultato destinatario di un finanziamento da 200mila euro, ai quali aggiungere il contributo comunale di circa 287mila euro, per un importo complessivo di 487mila euro di investimenti.
Sono stati eseguiti interventi per migliorarne l‘accessibilità dall’esterno, la raggiungibilità e l’accesso ai percorsi e ai servizi, per lo sviluppo degli stessi percorsi museali e ancora per la formazione specifica del personale e la valorizzazione della struttura e della sua offerta.
Inoltre si sono conclusi gli interventi di abbattimento delle barriere fisiche al primo piano della struttura con l’installazione di una pavimentazione ‘rialzata’ che consente di superare i dislivelli presenti tra le sale e i lavori alla nuova biglietteria, resa più accessibile.
Il Museo della Collegiata di Empoli
Fondato nel 1859, il Museo della Collegiata di Empoli è uno dei più antichi musei ecclesiastici d’Italia.
Si trova nell’antico Palazzo della Propositura attiguo alla Collegiata di Sant’Andrea e conserva diversi capolavori databili tra il XIII e il XVII secolo provenienti dalle chiese del piviere empolese.
Il percorso inizia al piano terra, dove, oltre ad alcune opere scultoree di grande pregio, come l’elegante Madonna col Bambino di Mino da Fiesole, sono esposti il Fonte battesimale attribuito a Bernardo Rossellino e lo straordinario affresco staccato raffigurante il Cristo in pietà di Masolino da Panicale.
Al piano nobile è allestita la pinacoteca dove i dipinti sono presentati in ordine cronologico: dalle opere più antiche, come il polittico dell’anonimo artista pistoiese noto come Maestro del 1310, a quelle pienamente quattrocentesche, tra cui due trittici di Lorenzo Monaco e la piccola Maestà di Filippo Lippi, fino ad arrivare alle opere dei Botticini, famiglia di pittori attiva fino ai primi decenni del Cinquecento.
A loro si deve la decorazione pittorica dei due monumentali tabernacoli provenienti dalla Collegiata, il Tabernacolo di San Sebastiano, realizzato da Francesco Botticini e Antonio Rossellino e il Tabernacolo del Sacramento di Francesco e Raffaello Botticini.
Sulle pareti del loggiato che si affaccia sul chiostro la visita si conclude con un repertorio di stupende terrecotte invetriate delle botteghe dei Della Robbia e del Buglioni.