Oltre 2,5 milioni di visitatori delle Gallerie degli Uffizi hanno osservato la mostra Grand Tourismo, il progetto di Giacomo Zaganelli che rifletteva sul turismo attuale e in particolare sulla consuetudine a filtrare l’osservazione dell’opera d’arte attraverso l’obiettivo di smartphone, telecamere e macchine fotografiche.
Lo rende noto il museo dove la mostra, che era inclusa nel biglietto di ingresso alla Galleria, è stata allestita per oltre un anno nella sala 56, collegamento e passaggio obbligato tra il secondo e il primo piano degli Uffizi. Il museo fiorentino precisa che, dato il numero di spettatori (oltre 7mila al giorno), la mostra è la più visitata della storia degli Uffizi e tra le più viste al mondo negli ultimi anni, seconda soltanto alla cascata miraggio del danese Olafur Eliasson a Versailles (oltre 2,8 milioni di visitatori nel 2016).
Il progetto di Zaganelli ha offerto una sosta al visitatore del museo fiorentino permettendogli di meditare sull’esperienza vissuta all’interno della Galleria attraverso tre video: Illusion, Everywhere but nowhere e Uffizi Oggi.
Per l’artista, “l’aspetto più sorprendente è stato quello di aver avuto la possibilità di far riflettere il pubblico del museo più visitato d’Italia, in merito alla propria esperienza di turista e di osservatore. Il messaggio era chiaro e il fatto che fosse trasmesso proprio in quel luogo ne rafforzava esponenzialmente il suo contenuto”.
Per il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, curatore della mostra insieme a Chiara Toti, l’interpretazione di Zaganelli “incentrata sulla sala dei capolavori di Botticelli implica un ripensamento delle funzioni del museo stesso. Siamo felici che i visitatori abbiano apprezzato questo progetto che prende la massificazione dei beni culturali come leva per una riflessione approfondita sul turismo nell’era digitale”.