Emanuela Ligarò in arte Gold Mass a un anno dal suo debutto discografico con “Transitions” prodotto da Paul Savage torna con un nuovo Ep realizzato durante il lockdown. Quattro pezzi che raccontano di un viaggio cosmico contenuto tutto in una stanza. Nei giorni scorsi è uscito il video del primo singolo “SAFE” e le novità non sono finite qui.
Notizia di pochi giorni fa: Emanuela è stata selezionata per Eurosonic 2021, il più grande showcase festival d’Europa, che si svolge da più di trent’anni a Groningen ed è rivolto principalmente agli addetti ai lavori dell’industria musicale – manager, discografici, agenti, giornalisti, speaker radiofonici – che vanno alla scoperta dei migliori talenti emergenti di tutta Europa.
Ecco la nostra intervista
Ciao Emanuela, i titoli dei tuoi pezzi sembrano il racconto di un viaggio nello spazio: Space, Safe, Souls, Gravity…
Devo dire col fatto che stiamo tutti in casa da mesi ormai, mi ha fatto tantissima compagnia la lettura e andare a recuperare video e seminari di diversi argomenti su YouTube. Mi sembra molto meglio della televisione. Ho trovato tantissimi video di filosofia e fisica che avevo abbandonato dopo l’università. Tutti questi pensieri che avevo in testa hanno influenzato la scrittura dei testi e l’ambientazione. Poi quando uno deve stare a casa non è che sogna di andare in piazzetta, se sogno di evadere sogno di andare nel cosmo.
Questo Ep è stato composto durante il primo lockdown?
Sono quattro pezzi. Il primo Safe l’ho scritto a Natale scorso, quindi pre-lockdown. Gli altri pezzi sì, ne ho scritti tanti in lockdown, poi ho scelto questi tre e insieme a ‘Safe’ ho deciso di farne un Ep. Per quanto mi riguarda la fase di incubazione, la gestazione di un disco, per me è abbastanza lunga, parliamo di anni. E’ chiaro che come persona cambi molto più velocemente, quindi preferisco rilasciare singoli e Ep perchè danno delle fotografie di me nel mio divenire, piuttosto che stare ad aspettare, concentrata due o tre anni sopra un album. Ho scritto i brani col desiderio di evasione, ma evadere davvero. Non mi è mancato fare l’aperitivo, in fondo non siamo andati in guerra. Penso che in questo periodo dobbiamo recuperare cosa vuol dire stare con noi stessi, usare l’immaginazione, leggere, dobbiamo avere un contatto con la nostra testa.
Il problema è che non tutti stanno bene da soli. Forse si sono trovati davanti a uno specchio, hanno dovuto fare un bilancio della propria vita e non gli è piaciuto quello che hanno visto. Forse anche per questo è così difficile il lockdown
Sono d’accordo, tempo fa ho letto una citazione di Sartre che diceva “Chi sta male da solo è perchè non è in buona compagnia”. Io sono una persona molto introversa, mi riposo e mi rigenero stando da sola. Questo non vuol dire che non riesco a sviluppare dei rapporti di amicizia quando c’è una sintonia. Però ci sono persone diverse da me, più estroverse che si rigenerano stando con gli altri. Secondo me chi non sta bene in lockdown sono due tipi di persone: chi non ha mai fatto i conti con se stesso e non sa come riempire la noia e d’altro canto gli estroversi.
Una delle cose che mi mancano di più è la musica dal vivo, per me questo è un aspetto profondamente negativo della pandemia che oltre a separarci ci impedisce di condividere le cose che amiamo
Sono assolutamente d’accordo, io ho dovuto cancellare come tanti altri tutte le date del tour in giro per l’Europa. Alla fine la scorsa estate sono riuscita a recuperare due date che sono spuntate fuori quando si è cominciato a capire che si potevano fare concerti all’aperto con numero ridotto. Per me è stato un dispiacere perchè quando hai un progetto appena nato che ha bisogno di crescere magari ti pesa di più. Mi è mancato tantissimo suonare perchè se ci pensi la fase live, il momento in cui suoni è il momento in cui il popolo degli introversi incontra il popolo degli estroversi, magicamente in un atto, una specie di ‘messa’. Un momento catartico in cui condividi tutto quello che hai sentito nella tua camera con gli altri. Si tratta di un il momento in cui tutti siamo d’accordo su qualcosa, e questo è mancato moltissimo. I concerti in streaming non riescono a sostituire tutto questo. Per me da musicista è una performance fredda, come se tu stessi facendo un esame. Dal vivo invece si crea un’alchimia, la riuscita di un concerto il 60% dipende dalle persone. Non so se ti è mai capitato di andare a un concerto di Nick Cave, lì non c’è solo la musica, è un evento. Ognuno dei presenti è chiamato a parlare con le proprie ombre, con le proprie paure a esorcizzarle. Quando esci dal concerto, sei stanco, hai fatto un lavoro su di te.
Come hai preso la notizia della vittoria all’Eurosonic?
A fine luglio scadeva l’application per poter partecipare. Ho provato a iscrivermi, così per fare tentativo, ero convinta che sarebbe stato molto difficile essere selezionata perché la concorrenza è molto alta. Inoltre è tutta una combinazione di fattori che immagino vengano valutati nella selezione: maturità del progetto, credibilità, potenziale, genere musicale e sua spendibilità… Credo sia veramente difficile essere convincenti su tutti gli aspetti. Quando ho ricevuto la notizia mi sono sentita veramente felice e ho pensato che era davvero un bellissimo riconoscimento, soprattutto per un progetto come il mio che è totalmente indipendente, nel vero senso della parola. Può rivelarsi davvero una buona occasione professionale, come anche risolversi nel nulla e tutto restare come oggi. Per questo motivo, vale la pena viverlo con leggerezza e ricordandosi sempre che si fa musica per stare bene, nient’altro.
Il disco dove potremo ascoltarlo?
I pezzi usciranno ‘a goccia’ per raccontare una storia a più persone possibile. Saranno tutti in streaming in digitale e arriveranno anche video fino a primavera inoltrata, quando uscirà l’Ep intero e ci sarà anche la copia fisica del disco. Mi inventerò qualcosa di nuovo. Ho coinvolto un fotografo bravissimo Juri Ronzoni con cui faremo un bel lavoro.