La Galleria degli Uffizi di Firenze cambia volto. Oggi alla presenza del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano si è tenuta la presentazione delle nuove sale al secondo piano dedicate alla pittura fiamminga del Quattrocento e Cinquecento, con capolavori di maestri quali Dürer, Cranach, Memling, Froment, e il nuovo Gabinetto dei Marmi, fedele ricostruzione di un celebre ambiente dedicato alla collezione medicea di sculture e rilievi romani, reso unico dai rilievi antichi incastonati nelle pareti.
Inoltre è stata presentata la nuova acquisizione, destinata a diventar protagonista nelle sale dedicate alla pittura del Settecento: “Lo sposalizio mistico di Santa Caterina”, grande olio su tavola del maestro francese Pierre Subleyras.
La grande tela, datata 1746, è stata acquistata dal direttore del museo Simone Verde alla fiera internazionale Tefaf a Maastricht lo scorso febbario: sarà restaurata e quindi esposta, in posizione di rilievo, negli spazi dedicati dalla Galleria alla pittura del XVIII secolo.
“Le inaugurazioni di oggi e l’ingresso di un nuovo capolavoro nella prestigiosa collezione degli Uffizi dimostrano che grazie alle idee e all’impegno è possibile rendere ancora più prezioso un gioiello che tutto il mondo ci invidia – ha sottolineato il ministro Sangiuliano – attraverso iniziative come quella di oggi conseguiamo un nuovo obiettivo nel processo che punta ad elevare l’offerta e la qualità dei musei italiani. In quasi due anni abbiamo aperto nuovi musei, ne abbiamo ristrutturato e rilanciato altri, incrementato le collezioni. I numeri ci danno ragione: nel 2023 sono cresciuti sia i visitatori, circa il 22 per cento, e gli incassi di circa il 33 per cento. Oggi imprimiamo anche un’accelerazione al progetto Mundi, Museo Nazionale della lingua italiana”.
“Oggi si concretizzano i primi tre capitoli dell’annunciata ricomposizione del patrimonio degli Uffizi – ha aggiunto il direttore Verde – con questa operazione prende avvio il grande ritorno al futuro degli Uffizi: le radici ben salde nella storia del primo grande museo occidentale, modello universale , ma oggi con la testa dinamicamente proiettata in avanti a confermarsi nel ruolo di laboratorio della museologia globale”.
Risorge la Sala dei Marmi Antichi
Dopo 200 anni quindi risorge e torna visibile a tutti, ricostruito nella sua forma originale, uno dei più celebri spazi della Galleria degli Uffizi dedicati all’antichità classica: il Gabinetto dei marmi, contenente una selezione delle più importanti sculture romane della collezione medicea e reso unico dalla serie di rilievi incastonati nelle sue pareti.
Tra le varie opere esposte figurano capolavori come i due rilievi con le vendite di cuscini e di tele provenienti da una tomba dell’Esquilino di età flavia, la figura di pastore seduto, in origine parte di un ninfeo monumentale di prima età imperiale, o l’accurata riproduzione del tempio di Vesta fiancheggiato dal fico ruminale. Magnetica poi la raffigurazione di Zeus Ammone che costituiva parte della decorazione scultorea del Foro di Augusto a Roma e che viene ora restituita alla visibilità del pubblico dopo un lungo periodo di permanenza nei depositi.
Pareti a parte, il gabinetto dei marmi era, e torna ad essere oggi, un vero e proprio tesoro di antichità, come i nove marmi disposti lungo il perimetro della sala, come lo splendido torso in basalto verde dello Wadi Hammamat o lo Spinario, una delle sette copie note di questo singolare tipo scultoreo tardo ellenistico.
Le nuove sale dedicate ai fiamminghi
Inoltre gli Uffizi aprono al pubblico nuove sale dedicate alla pittura fiamminga e tedesca del Quattro e Cinquecento, con capolavori di Albrecht Dürer, Cranach, Hans Memling, Nicolas Froment e Rogier Van Der Wyeden.
Si tratta della sequenza di tre ambienti (impreziositi da soffitti decorati con affreschi di fine Cinquecento), collocati nel primo corridoio del secondo piano fra la Tribuna del Buontalenti e il Gabinetto delle Miniature.
Interamente riallestiti, accolgono ora una selezione di 31 dipinti di scuola nordeuropea. Questo nucleo pittorico, tra i più importanti d’Europa, fu riunito nelle sale di levante nei primi decenni dello scorso secolo da Roberto Salvini, direttore degli Uffizi nel secondo dopoguerra, cui spetta il merito di averlo posto in dialogo con i maestri della scuola italiana, rendendo evidenti suggestioni e reciproche influenze secondo un approccio che allora venne definito “internazionalista” e che ora si direbbe “globale” alla storia dell’arte.
L’allestimento odierno intende riproporre tale connessione e illustrare le modalità espressive della cultura rinascimentale nell’Europa del nord – Fiandre, Olanda, Germania, a confronto con le opere del Quattrocento fiorentino.