Il digitale, i servizi al cittadino, la comunicazione sono stati al centro del convegno “Comunicare il PNRR: digitale, partecipazione e trasparenza per il rilancio dell’Italia”, organizzato da Fondazione Italia Digitale in collaborazione con PA Social – Associazione Italiana per la Nuova Comunicazione e con il patrocinio del Comune di Firenze.
I rappresentanti di varie istituzioni da tutta Italia e funzionari della pubblica amministrazione si sono confrontati sull’importanza di utilizzare gli strumenti e le potenzialità del digitale per garantire la partecipazione dei cittadini e la trasparenza dell’attività amministrativa in merito, nello specifico, ai bandi e alla transizione resa possibile grazie al PNRR.
Dal palco di Firenze è partito anche un appello da parte del presidente di Fondazione Italia Digitale, Francesco Di Costanzo, per “ritagliare una parte dei fondi del PNRR sia nazionale che locale per la comunicazione al servizio dei cittadini – ma anche – di inserire nei bandi dedicati al PNRR profili di comunicazione, giornalismo, esperti di comunicazione e informazione digitale che hanno fatto un grande lavoro pandemia e oggi sono decisivi per dare info di qualità al cittadino e finalmente chiudere il percorso di riforma della legge 150 con una legge 151 che riconosca le professionalità di comunicazione e informazione digitale e proponga un nuovo modello organizzativo del lavoro perché oggi è cambiato tutto e anche a livello normativo bisogna adeguarsi”.
Questa è stata l’occasione per presentare i risultati della ricerca sulla conoscenza del PNRR svolta da Istituto Piepoli. Il 62% degli italiani dichiara, infatti, di sapere indicativamente cos’è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ma cala la percentuale delle persone che conoscono in modo più specifico il Piano (37%). La conoscenza, almeno di nome, del PNRR aumenta al crescere dell’età: ne ha sentito parlare il 58% dei giovani tra i 18 ai 34 anni, si sale al 62% nella fascia 35-54 anni, per arrivare al 64% degli over 55. Anche una conoscenza più specifica del Piano segue lo stesso trend.
“Se da un lato la maggioranza degli italiani, che conferma alti livelli di fiducia nei confronti del Governo, dichiara di conoscere il PNRR – spiega Livio Gigliuto, direttore Osservatorio nazionale sulla comunicazione digitale e vice presidente Istituto Piepoli – si constata che ancora 4 nostri concittadini su 10 non hanno ben chiaro cosa sia il piano cui si affida il nostro Paese per ripartire”.
Tante le buone pratiche che si sono alternate sul palco dell’auditorium di Nana Bianca, tra queste c’è il Consiglio Regionale della Toscana. L’idea del presidente Antonio Mazzeo è quella di “guidare il cambiamento, immaginare il futuro e costruirlo passo dopo passo. Come Consiglio regionale vogliamo essere da esempio per tutta la Pubblica amministrazione e a tale scopo abbiamo predisposto un progetto chiamato CRnexT che si rivolge a tre attori principali: i consiglieri, i dipendenti e i cittadini. Per queste tre categorie è stato tracciato un piano di transizione al digitale che porti a maggiore efficienza, accessibilità, rapidità e soprattutto trasparenza dell’attività dell’Assemblea legislativa”.
A questa si aggiunge il Comune di Firenze che ha lanciato un sito web, a cui seguirà una campagna di comunicazione specifica, per fornire ai cittadini le informazioni sui finanziamenti richiesti, quelli ottenuti e sullo sviluppo dei progetti messi in campo grazie ai fondi del PNRR.
“PNRR significa progetti concreti – ha detto il sindaco Dario Nardella, in un videomessaggio – che porteranno miglioramenti nella vita quotidiana ma dei quali i cittadini sanno ancora pochissimo, complice anche l’estrema rapidità richiesta per la progettazione e la realizzazione degli interventi. Per questo è necessario rendere il lavoro che stiamo facendo sempre più accessibile e a portata di cittadino“. Il nuovo sito, parte della rete civica del Comune, vuole “rispondere a tre bisogni segnalati dai cittadini – ha aggiunto Cecilia Del Re, assessora all’innovazione, presente all’evento – informare sui bandi aperti, anche stimolando la partecipazione da parte di altri soggetti ammissibili; far conoscere ai cittadini i progetti che abbiamo presentato e quelli vinti, in un’ottica di partecipazione e trasparenza“.