Il licenziamento collettivo di 422 operai della Gkn di Campi Bisenzio arriva a Roma. Giovedì 15 luglio si terrà il tavolo nazionale con il ministero dello Sviluppo economico e con tutte le parti interessate: il governo, le istituzioni locali e regionali, le organizzazioni sindacali. L’obiettivo, spiega il presidente della Regione Eugenio Giani è quello di “sospendere la procedura dei licenziamenti, che è immotivata”.
Gkn produce componentistica di semiassi per automobili che poi vengono assemblati da Fiat Stellantis, ma i proprietari si chiamano “fondo Melrose” con sede in Inghilterra. Lo stabilimento di Campi d’altra parte “produce, non è in crisi, non è privo di commesse. Negli ultimi tempi sono stati fatti forti investimenti in robotica” ha spiegato Giani. “Vogliamo che Fiat Stellantis, se ha rapporti con il Governo o se gode di agevolazioni, sia consapevole del fatto che uno dei suoi principali produttori di componenti si comporta così”, ha puntualizzato il presidente.
Intanto, il sindaco di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi ha firmato un’ordinanza che ha trovato il pieno appoggio di tutti, a partire dal presidente Giani: divieto di avvicinamento ai mezzi pesanti intorno alla fabbrica per evitare che venga smantellata. “Da qui non dovrà uscire nemmeno una vite”, ha detto Fossi.
Adeguare la legislazione italiana: La Regione pensa ad un codice etico
“La legislazione italiana deve adeguarsi – continua il presidente – La logica che ha portato a dire si chiude non è infatti una logica di produzione ma finanziaria, come si desume dai brevi contatti avuti con gli esponenti locali di Gkn, con i quali il ragionamento che viene fatto è quello della riorganizzazione aziendale: questo non può esistere”. La Regione si attiverà quindi per un codice etico che, in caso di mancato rispetto, dia luogo a sanzioni molto forti.
Una doccia fredda anche perché, come chiarito da Valerio Fabiani, consigliere del presidente per lavoro e crisi aziendali, i rapporti degli ultimi mesi con Gkn erano stati “difficili e faticosi”. Dal canto suo, la Regione era “pronta a parlare di nuovo piano industriale e di un protocollo d’intesa per dare una cornice istituzionale, me loro sono venuti a dirci che non avevano neanche più bisogno degli ammortizzatori sociali”.
Il perché si è scoperto ben presto.