Su tutte le piattaforme di streaming è uscito “Nel mio stomaco” il terzo album della cantautrice toscana Giulia Pratelli.
Il disco vede rinnovarsi la collaborazione artistica con Zibba, che aveva già seguito la produzione del precedente “Tutto bene”. Contiene 11 tracce, tra cui il singolo “Qualcuno che ti vuole bene” scritto e interpretato insieme a Bianco, e “Le cose da fare”, già contenuta nell’album “Benvenute”, una compilation prodotta da Musica di Seta e dedicata al racconto della condizione femminile.
A chiudere la tracklist “Non ti preoccupare”, brano col quale la cantautrice ha vinto il premio “Miglior testo” al Premio Bianca D’Aponte 2018.
“Nel mio stomaco è un disco in movimento, fatto di canzoni di passaggio – ci ha raccontato Giulia Pratelli – Si sviluppa come una sorta di viaggio che può svolgersi all’interno, tra le emozioni e i cambiamenti che ci riguardano come Persone, o all’esterno, tra le cose, le relazioni e ciò che accade intorno a noi”.
Giulia cosa c’è in questo disco sia musicalmente che a livello emotivo?
Rispetto al disco precedente c’è un lavoro diverso per quanto riguarda gli arrangiamenti, più particolari, più precisi. Abbiamo usato strumenti prevalentemente acustici e abbiamo fatto suonare i musicisti in studio limitando la post-produzione. Abbiamo usato le voci come strumenti e di questo sono felicissima.
Il disco si chiama “Nel mio stomaco” proprio perchè ho voluto raccontare le cose che sentivo emotivamente importanti. Il brano che da il titolo al disco parla del fatto che è lo stomaco che ci dice come stiamo più che il cuore. Al cuore diamo un sacco di responsabilità, però poi il posto dove si sentono le emozioni forti è la pancia. Volevo raccontare quello che sentivo senza fronzoli, senza dover rispondere a nessuno.
Di cosa parla la canzone “Qualcuno ti vuole bene”?
Della possibilità anche sorprendente di sentirsi a casa pur essendo lontani, è una canzone che ho scritto quando ancora si suonava molto, spostandomi da un concerto all’altro, apprezzando le possibilità che offre l’amicizia, essere ospitato, le piccole attenzioni da parte delle persone che ti vogliono bene e che ti permettono di rilassarti, di non avere le difese alte.
In questa canzone hai collaborato con Bianco, come avete lavorato insieme?
Molto bello perchè ero una sua ascoltatrice, l’ho visto dal vivo e ho ascoltato molto i suoi album, era una collaborazione che speravo di poter fare da diverso tempo. Quando ho scritto questa canzone ho pensato che sarebbe stato bello proporgli di collaborare, sentivo che la sua presenza sarebbe stata perfetta. Grazie a Zibba che è il produttore artistico del mio disco siamo riusciti a entrare in contatto. Bianco ha accettato subito e ha anche scelto di scrivere la parte che canta, questo per me è stato molto importante. Non ha semplicemente cantato un ritornello, è intervenuto anche nella scrittura e questo mi ha fatto molto piacere.
Non è un momento facile per i musicisti e per chi ama la musica dal vivo perchè ci sono sempre meno concerti e stiamo affrontando un altro inverso quasi senza musica live. La pandemia ci sta mettendo davvero alla prova, come stai affrontando questo periodo?
Ho varie cose e date che spero di non dover rimandare, la vivo come si può vivere, cercando di non abbattermi troppo. Non è facile ma spero che almeno con la bella stagione arriveranno più occasioni per poter suonare. Non è facile perchè il nostro lavoro vive di quello, la parte più viva è suonare e incontrare il pubblico. Non si vive bene e soprattutto siamo molto stanchi. Il nostro settore è uno di quelli che ha sofferto di più ed è stato tutelato di meno. Siamo molto messi alla prova, ma proviamo a sfruttare le risorse che abbiamo e a non mollare.