L’ultima porta del Giubileo si è aperta ieri sera a Rondine Cittadella della Pace, alle porte di Arezzo, nella cappellina del borgo, che è tra le chiese giubilari. Rondine è stato l’ultimo dei luoghi giubilari ad aprire l’Anno Santo. “È stata la grande scommessa del vescovo Migliavacca e noi lo ringraziamo di cuore” ha sottolineato Franco Vaccari, il presidente di Rondine.
Spiritualità diverse insieme a Rondine
Ad aprire il rito un versetto del Corano, letto da Hamza, bosniaco, laureato in teologia islamica e uno degli studenti di Rondine. Quello a Rondine è l’unico rito giubilare che si apre con un versetto del Corano. Il rito infatti è stato introdotto da una premessa laica, nell’insegna dell’inclusività, dando voce alle diverse scritture religiose. A portare il loro contributo a ruota Noam per il mondo ebraico, Djordje dalla Bosnia per i cristiano ortodossi, Bernadette dal Mali per i cattolici.
Davanti a loro il vescovo Migliavacca, che prima ha ascoltato i contributi di tutti, poi ha fatto scorrere il tavolo di pietra, che scivolando sui binari diventa un altare. La scommessa di una sede giubilare nella quale si incrociano storie e spiritualità diverse.
Nel rito tanti momenti portano all’abbraccio, alla stretta di mano, alla preghiera per il Papa ma anche per i Patriarchi e i vertici delle varie fedi. Davanti ai rappresentanti della Verna e di Camaldoli. Da La Verna un frate porta la Lampada del Giubileo, custodita fino a quel momento nella Cappella delle Reliquie del Santuario. Una cesta bianca raccoglie le letture, le poesie e le testimonianze dei ragazzi, minuti di silenzio consentono a tutti di pregare secondo la propria tradizione. “Abbiamo anche noi cristiani un messaggio da portare al mondo di oggi” ha sottolineato Migliavacca.