Cosa succede quando il talento di uno dei pionieri della musica elettronica incontra quello di un pianista di fama internazionale?
Sarà possibile scoprirlo mercoledì 18 dicembre al Teatro di Fiesole con il debutto toscano del progetto che vede il pianista e figura di spicco del jazz italiano Giovanni Guidi al fianco di Matthew Herbert uno dei più importanti artisti britannici della sua generazione.
Sarà un dialogo unico tra improvvisazione jazz e ritmi clubbing, partendo dal suono del pianoforte di Guidi Herbert trasformerà la musica in un ”iperpiano” che spazia da momenti lirici al sound intenso del dancefloor.
Herbert e Guidi collaborano entrambi da tempo in trio con Enrico Rava (“For Mario”, l’ultimo album live della formazione, è del 2020); il duo è una nuova strada scelta per una più specifica ricerca sulle infinite possibilità del pianoforte.
La serata è a cura di Toscana Produzione Musica (TPM), centro presieduto da Paolo Zampini con la direzione artistica di Francesco Mariotti e Maurizio Busìa sostenuto da Ministero della Cultura, Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, Fondazione Pisa e Regione Toscana.
Ecco la nostra intervista a Giovanni Guidi
Ciao Giovanni, sei stato “scoperto” da Enrico Rava, cosa ti ricordi del periodo in cui studiavi a Siena Jazz
Ho ricordi stupendi di quel periodo, tutto stava iniziando ma non lo sapevo veramente. Con Enrico è stata un’esperienza unica fin dal primo secondo, quei giorni sono stati determinanti per la mia crescita musicale e per l’inizio della mia carriera. Probabilmente senza quel momento tutto sarebbe andato diversamente. Chissà.
Quello che ascolteremo e ascolterete a Fiesole non lo so neanche io, perché il concerto sarà interamente improvvisato, dalla a alla z
Come hai incontrato Matthew Herbert e com’è nata l’idea di questo progetto insieme?
Ho incontrato Herbert una quindicina di anni fa in occasione del nostro primo concerto in trio con Enrico Rava per il festival Jazz Refound a Vercelli. Io ed Enrico suonavamo da sempre, abbiamo collaborato per oltre 20 anni, e in quell’occasione si è aperto un nuovo sodalizio da cui è nato anche un disco, “For Mario”, dedicato a mio padre. Dal rapporto di grande amicizia e profonda stima che si è creato tra me e Matthew è sorto poi il progetto in duo, col desiderio di creare – attraverso il lavoro di campionamento sui suoni del pianoforte, che siano note o rumori emessi dal legno – una sorta di “iperpiano”.
Ho letto che Herberto “modificherà” il suono prodotto dal tuo pianoforte, puoi spiegarci cosa ascolteremo a Fiesole?
Quello che ascolteremo e ascolterete a Fiesole non lo so neanche io, perché il concerto sarà interamente improvvisato, dalla a alla z. Di sicuro tutto ciò che ascolterete in un modo o nell’altro proverrà dal piano, suoni che Matthew campionerà e modificherà live, ma il risultato finale sarà una sorpresa anche per me.