Il Covid-19 non ha fermato le celebrazioni per il Giorno della Memoria in Toscana. Questa mattina il Cinema La Compagnia di Firenze ha ospitato l’iniziativa organizzata dalla Regione Toscana, che è stata trasmessa in diretta streaming, con il racconto dei testimoni sopravvissuti e le scuole collegate da remoto.
Mancava il contatto diretto, imposto dall’emergenza sanitaria e mancava il Treno della Memoria, carico di cinquecento studentesse e studenti che proprio stamani, come ogni anno dispari, sarebbe dovuto arrivare a Oswiecim in Polonia. Sarebbe stata la dodicesima volta dal 2002. Ma la Toscana ha voluto comunque ricordare.
Rivivi la diretta dal Cinema La Compagnia di Firenze
Il presidente Giani: “Coinvolti migliaia di studenti”
“Non l’impegno di un solo giorno, ma un lavoro continuo e attento tutto l’anno, con una particolare attenzione al mondo delle scuola” così il presidente della Toscana Eugenio Giani ha voluto sintetizzare quanto la Regione sta facendo per non dimenticare i crimini e le persecuzioni razziali del Novecento.
“Come ci hanno insegnato Primo Levi e Italo Calvino ricordare non è solo guardare al passato, ma proiettarsi sul futuro – ha sottolineato il presidente in occasione della diretta per le scuole organizzata al Cinema della Compagnia – la memoria ci rende persone e cittadini migliori, in grado di individuare e combattere ogni fenomeno di intolleranza e discriminazione”.
“L’unico rimpianto – ha concluso il presidente – è non avere potuto organizzare il Treno della memoria o eventi in presenza per l’emergenza Covid. Però anche quest’anno siamo riusciti a coinvolgere nei nostri percorsi migliaia di studenti. Continueremo a farlo anche in futuro, convinti che si tratti di un ottimo investimento per il domani”.
L’assessora Nardini: “Coltivare la memoria è il vaccino”
L’appuntamento al Cinema La Compagnia si è aperto in musica con Enrico Fink, l’Orchestra Multietnica di Arezzo e Alexian Group, note ebree che si fondono ad arie zigane nel racconto di due popoli di due popoli che i nazisti volevano sterminare.
Sul palco è salito poi Ugo Caffaz, che è un po’ l’anima da sempre del Treno della Memoria toscano e colui che l’ha di fatto inventato, consulente della Regione riconfermato per le politiche sulla memoria, insieme all’assessora all’istruzione e alla cultura della memoria Alessandra Nardini e al presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo.
L’assessora Nardini nel suo intervento ha invitato a non abbassare mai la guardia: “Coltivare la memoria – ha ricordato – è il vaccino più potente che abbiamo contro i pericolosi e squallidi rigurgiti nazifascisti a cui assistiamo nel mondo, in Europa, ed anche nel nostro Paese e in Toscana”.
“Diritti che pensavamo acquisiti per sempre non lo sono più. Accade anche in Europa – ha proseguito l’assessora Nardini – e allora dobbiamo ripartire dalle nuove generazioni ed importantissimo è il lavoro fatto nelle scuole: perché si formino donne e uomini, cittadine e cittadini liberi e consapevoli, che abbiano memoria dell’orrore di ciò che è stato, della Shoah e delle persecuzioni di tutti coloro che erano considerati diversi, inferiori, scomodi”
Alcuni dei sopravvissuti a quell’orrore oggi non ci sono più. Non c’è più Maria Rudorf, non c’è più Vera Michelin Salomon, non c’è più Antonio Ceseri, non c’è più Marcello Martini: sono alcuni dei protagonisti dei treni della memoria toscani venuti meno negli ultimi anni.
“Tocca dunque a noi raccogliere ora l’eredità delle testimoni e dei testimoni – ha concluso Nardini – , affinché non attecchiscano i tanti, troppi, tentativi di negare la storia o di riscriverla. Questo non può essere accettato, Dopo la vergogna delle legge razziali, firmate qui in Toscana nel 1938, promuovere la cultura della Memoria significa prendere un impegno solenne: quello di essere costruttrici e costruttori di un futuro senza discriminazioni e senza violenze, dove ognuno abbia il diritto di essere ciò che è, senza essere discriminato per il colore della propria pelle, per la propria provenienza, fede, orientamento sessuale, abilità o idea politica. Mai più”.
Tante testimonianze, dalle sorelle Bucci al sopravvissuto Enrico Pieri
Tra le testimonianze protagoniste dell’evento al Cinema La Compagnia anche quella video, raccolta in questi giorni, di Enrico Pieri, superstite alla strage toscana nazi-fascista di Sant’Anna di Stazzema.
È stata poi la volta dei testimoni e sopravvissuti, intervistati e introdotti da Camilla Brunelli e da Luca Bravi del Museo della Deportazione e Resistenza di Prato.
Ha fatto sentire la sua voce Vera Vigevani Jarach, che ha vissuto due tragedie del Novecento: la persecuzione contro gli ebrei di nazisti e fascisti (il nonno finito nel fumo di un camino ad Auschwitz, la sua famiglia la discriminazione delle leggi razziali) e poi, fuggita in Argentina, la scomparsa della figlia ‘desaparecida’ nel 1976, vittima di un’altra dittatura.
Ha partecipato anche Kitty Braun, fiumana ‘adottata’ da Firenze all’indomani della Seconda guerra mondiale, deportata con la mamma ed il fratellino, ad appena nove anni, cinque mesi a Ravensbruck e Bergen Belsen, piccola e già grande a raccontare fiabe ogni giorno agli altri bambini del lager.
Ci sono state, immancabili negli appuntamenti della memoria della Toscana, Andra e Tatiana Bucci, cugine di Kitty, sorelline scambiate per gemelle e per questo sopravvissute alla selezione iniziale di Birkenau ma scampate poi anche agli esperimenti di Mengele, quattro e sei anni quando finirono in quell’inferno.