Il Polo della Memoria di San Rossore 1938, dell’Università di Pisa, ha ospitato la seduta solenne del Consiglio regionale della Toscana in occasione del Giorno della Memoria del 27 gennaio. Una giornata intensa, iniziata con le celebrazioni organizzate dal Comune di Pisa, durante le quali è stata inaugurata la stele commemorativa dell’artista Andrea D’Aurizio, con esecuzione di brani musicali da parte del coro dell’Istituto Comprensivo di Pisa ‘Leonardo Fibonacci’. La seduta solenne del Consiglio regionale, che si è aperta con i saluti del Rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi, ai quali sono seguiti gli interventi del presidente Antonio Mazzeo, del giornalista Gad Lerner, al quale è stata consegnata in dono una statuina raffigurante il Pegaso alato, simbolo della Regione, e del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.
Nel suo intervento, il rettore Riccardo Zucchi ha sottolineato il valore della memoria storica per la costruzione della coscienza sociale. “Una coscienza della società e dei suoi valori e dei suoi impegni per il futuro, non può prescindere dalla memoria così come il nostro cervello non può prescindere dalla memoria per valutare il mondo circostante. Se passiamo poi a considerare una tragedia immane quale la Shoah la cosa ha un ulteriore significato, sia specifico, legato proprio al popolo ebraico, sia secondo me più generale, legato all’umanità intera e al nostro tempo”.
Un monito e un applauso in segno di solidarietà a Liliana Segre, così il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo apre il proprio intervento. Poi, rivolgendosi alle ragazze e ai ragazzi presenti in sala ricorda la tragedia: “Le truppe sovietiche liberarono il campo di sterminio di Auschwitz e svelarono al mondo l’orrore della Shoah – ha dettio Mazzeo –. Oggi sono passati tanti anni e più il tempo si allontana, più pensiamo che quella ferita possa essere rimarginata, ma non è così. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ci ricorda che non c’è futuro senza memoria. Anno dopo anno, giorno dopo giorno è venuta fuori l’imponente documentazione che ha descritto quei luoghi come l’inferno, il regno della crudeltà, dell’arbitrio e della morte. Nessuno può cancellare quello che è successo”. Quella messa in atto dai nazisti, “fu una campagna mirata: gli ebrei, i sinti, i disabili. Si cercava di cancellare completamente pezzi delle nostre comunità”.

Anche il presidente della Regione Eugenio Giani prende a prestito le parole del Capo dello Stato: “Io ritengo – ha detto – che le parole del presidente Mattarella, ‘il futuro è memoria’ siano le parole più efficaci con cui guardare a questa giornata. Serve costruire gli antidoti e per questo dobbiamo andare a vedere quello che accadeva allora. Un episodio mi viene suggerito da Pisa e quando ero presidente del Consiglio regionale, scoprii che Vittorio Emanuele III, appassionato di caccia, nella tenuta di San Rossore, aveva firmato le leggi razziali sulla spalletta di un ponte, proprio per evitare di perdere tempo mentre cacciava. È un esempio che dimostra come l’approssimazione, la superficialità, la genericità portavano in quel momento a fare passi, uno dietro l’altro, senza nemmeno rendersi fino in fondo conto delle conseguenze, creando una spirale dal circolo sempre più vizioso fino alla prevaricazione di una razza sull’altra”.
“Venendo ad oggi – ha concluso il presidente della Giunta – Gaza è un altro segnale e noi dobbiamo essere uniti nel reclamare la pace e nel dire no a tutto quello che portano l’autoritarismo e le discriminazioni. È importante vivere la Giornata della Memoria e con la scomparsa di quasi tutti i testimoni diretti dobbiamo essere noi i testimoni rispetto ai nostri giovani. Una cultura della memoria fondamentale che diffonderemo anche ripartendo, come Regione Toscana, con i treni della memoria. Il viaggio in cui per 19 ore le sorelle Bucci parlano con i ragazzi e vederli commossi, è il modo per trasmettergli quello che è il senso più profondo dell’olocausto dandogli così gli antidoti rispetto a quello che è accaduto 80anni fa”.

Per giornalista Gad Lerner l’antisemitismo si combatte conoscendo la lezione della storia e ricercando sempre e comunque la verità, pronti a farsi anche domande scomode. Per lui, la Giornata della Memoria 2025 è un “momento molto tormentato”: basti pensare che il Capo del Governo di Israele non parteciperà alla Cerimonia che si tiene ad Auschwitz, in quanto inseguito da un mandato di cattura internazionale. “Il nostro ricordare – ha aggiunto – non è solo l’omaggio alle milioni di vittime delle camere a gas e dei forni crematori di Auschwitz ma deve guardare ai carnefici, per chiedersi come abbiano avuto consenso o magari indifferenza verso comportamenti di violenza inaudita”. “E’ questa la domanda scomoda che lo stesso Primo Levi si è posto nella sua vita e che chiede a noi di fare altrettanto: il problema della replicabilità, vedere come certi meccanismi di crudeltà di massa possano accadere di nuovo”.

Dopo la seduta solenne, il presidente Antonio Mazzeo si è recato a San Rossore, dove ha depositato una corona sulla lapide dove nel 1938 il Re d’Italia firmò le leggi razziali. Insieme al presidente erano presenti il consigliere regionale Diego Petrucci, il prefetto Maria Luisa D’Alessandro, Riccardo Gaddi, direttore del parco San Rossore, Andrea Gottfried, presidente comunità ebraica di Pisa, Riccardo Buscemi, assessore comune di Psa, e Claudia Principe, vicepresidente del parco San Rossore.