Il 10 febbraio si celebra il Giorno del Ricordo, in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale. Una ricorrenza, istituita con legge 30 nel marzo del 2004 per “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale“.
Per commemorare il giorno, la bandiera di Palazzo Vecchio è stata messa a mezz’asta mentre al cimitero di Trespiano, c’è stata la deposizione di una corona di alloro al monumento in memoria delle vittime delle foibe, dell’Esodo Giuliano-Dalmata e delle tristi vicende che hanno interessato il confine orientale. A rappresentare l’amministrazione comunale il presidente del Consiglio comunale, Luca Milani. “Senza memoria non c’è futuro. Non dimentichiamo le vittime delle Foibe, un capitolo tragico della nostra storia” ha scritto, su Twitter, il sindaco di Firenze Dario Nardella.
Una targa simbolica che ricorda il transito e la tragedia presso il complesso di Sant’Orsola degli esuli giuliano dalmati è stata posta dai consiglieri metropolitani di Fratelli d’Italia del gruppo centrodestra Alessandro Scipioni e Claudio Gemelli, insieme al capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale Alessandro Draghi.
Il vice presidente del Consiglio comunale Emanuele Cocollini ed il presidente della Commissione controllo Antonio Montelatici, esponenti del Gruppo Centro in Palazzo Vecchio hanno deposto un mazzo di fiori a Largo Martiri delle Foibe, rendendo omaggio al tempo stesso al sindaco Lando Conti che il 10 febbraio 1986 fu ucciso con undici colpi di mitraglietta “Skorpion”.
Nell’aula consiliare del palazzo del Pegaso si è tenuta la seduta solenne del Consiglio regionale della Toscana. “Nello scorso secolo gli uomini si sono macchiati di violenze che mai avrebbero potuto essere immaginate, accecati dalle diversità, dalle ideologie, dalle differenti appartenenze etniche, sociali, culturali o nazionali. In questo scenario, il dramma delle Foibe assume i contorni di un genocidio di una ferocia inaudita, inaccettabile, ingiustificabile” ha ricordato il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo.
Per Mazzeo la legge che ha istituito il Giorno del Ricordo “è stata un atto di giustizia, ma anche un risarcimento morale verso quelle persone che subirono queste atrocità. Un silenzio troppo lungo era calato sugli italiani uccisi dalle autorità jugoslave e sul dramma dell’esodo. Il non riconoscere ciò che è successo non è più in linea con il sentimento della nostra comunità nazionale che ha fatto propri quei lutti e quelle sofferenze”.
Il presidente della Giunta regionale della Toscana Eugenio Giani ha esordito ricordando come “fino a qualche anno fa c’è stata una tendenza a non andare fino in fondo, anche perché si mischiavano aspetti ideologici che portava partiti importanti del nostro Paese non tanto a ignorare, ma a voler evitare intrecci di interpretazione che portavano poi a delle informazioni che non venivano gradite. L’istituzione della Giornata del Ricordo – ha sottolineato – è stata importantissima perché ha riportato alla memoria collettiva quello che è stato il dramma di coloro che sono stati costretti ad abbandonare la loro terra o uccisi“.
Per Giani, la vicenda delle foibe e degli esuli del fronte orientale è stato “un episodio fondamentale nella storia d’Italia” che “deve essere raccontato e ricordato con il sentimento di partecipazione emotiva, per il semplice fatto di essere italiano, verso chi si è ritrovato nelle foibe. E ritengo che, al di là delle nostre parti e dell’impostazione culturale di tutti noi, il 10 febbraio si debba vivere con sentimento di partecipazione emotiva e consapevolezza di quelle pagine che in questo caso non sono belle pagine della nostra storia. E il fatto di rivedere quel senso di partecipazione verso chi ha vissuto drammaticamente quei giorni, come esule o ucciso, appartiene alla nostra coscienza collettiva e al nostro sentimento comune“. Giani, nel suo intervento, ha voluto infine ricordare il senso di accoglienza e integrazione che la Toscana diede agli esuli, citando il campo profughi di Laterina e l’esempio positivo dato da Livorno.
In aula sono intervenuti il giornalista Toni Capuozzo e il referente per la Toscana dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Guido Giacometti: l’ingegnere pisano ha compiuto un dettagliato excursus storico sul dramma degli esuli istriani fiumani e dalmati ricostruendo il tessuto socio-politico in cui i nazionalismi si sono diffusi, gettando le basi per questa tragedia.
Il fondo alla Biblioteca delle Oblate
Per chi volesse approfondire le tematiche legate al giorno del ricordo, la Biblioteca delle Oblate accoglie nel suo patrimonio il Fondo Istria Fiume e Dalmazia, costituito da donazioni provenienti da associazioni, enti e privati cittadini con l’intento di mantenere vivo il ricordo dell’esodo della popolazione di lingua italiana dalle zone passate alla Jugoslavia alla fine del secondo conflitto mondiale.