In occasione dei 450 anni dalla morte di Cosimo I de’ Medici e di Giorgio Vasari la sala grande di palazzo d’Arnolfo, Museo delle Terre Nuove, ospiterà fino al 12 gennaio 2025 la mostra “Giorgio Vasari e la Natività. La ‘pittura di lumi’ al tempo del Duca Cosimo I” a cura di Alessandra Baroni e di Valentina Zucchi.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle celebrazioni promosse dalla Regione Toscana e in rapporto con il progetto “Arezzo. La città di Vasari” sviluppato da Fondazione CR Firenze, Comune di Arezzo e Fondazione Guido d’Arezzo, il Comune di San Giovanni Valdarno, il Museo Terre Nuove e MUS.E, grazie al sostegno della Regione Toscana e alla collaborazione della Galleria Borghese di Roma.
“È una grande soddisfazione – le parole della sindaca Valentina Vadi – poter inaugurare questa nuova mostra nel Museo delle Terre Nuove nell’ambito delle celebrazioni vasariane. Una mostra che si collega a quella più ampia e articolata inaugurata ad Arezzo qualche giorno fa. Il nostro Museo delle Terre Nuove ha accolto, negli ultimi anni, esposizioni importanti e prestigiose nell’ambito del progetto Terre degli Uffizi e ha visto arrivare a San Giovanni opere delle Gallerie degli Uffizi. Questa volta con la mostra dedicata a Giorgio Vasari e Cosimo I de’ Medici riceveremo opere provenienti dalla Galleria Borghese. Per noi è un onore poterle ospitare e dare questa nuova opportunità espositiva ai nostri cittadini e a tutti coloro decideranno di visitare la nostra città. Ringrazio le curatrici della mostra Valentina Zucchi e Alessandra Baroni e ringrazio Regione Toscana che, credendo nella mostra e supportandola, ha consentito che si potesse realizzare”.
“Le opere che ospiteremo – aggiunge l’assessore alla cultura Fabio Franchi – sono un omaggio alle due figure di cui quest’anno si celebra il 450esimo anniversario dalla scomparsa, Giorgio Vasari e Cosimo I de’ Medici, quel connubio di potere e arte che ha reso grande Firenze e il Rinascimento. Un omaggio al Duca e un omaggio all’artista, architetto e storico dell’arte Vasari con due opere concesse da un prestatore d’eccellenza, la Galleria Borghese di Roma. In questo modo vogliamo continuare la tradizione della funzione espositiva di questo museo, dopo le mostre organizzate insieme alle Gallerie degli Uffizi, e non solo narrativa come museo delle Terre nuove e aprire la strada a quella che sarà l’esposizione più ampia, nutrita e autorevole che stiamo mettendo in campo per le celebrazioni su Masaccio. Vasari è il trait d’union, è Vasari che parla diffusamente di Masaccio ed è Vasari che, insieme a Giovanni Stradano ritrae la nostra città in un’opera molto nota ‘Allegoria di San Giovanni Valdarno’ situata nel soffitto del Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio a Firenze. Ecco il legame tra San Giovanni, Firenze, l’arte, la cultura, le tradizioni di questo museo, le mostre passate e la sua prospettiva futura”.
La mostra
La mostra esporrà per la prima volta insieme una meravigliosa Natività, dipinta da Giorgio Vasari con riusciti effetti luministici, e un altrettanto superbo ritratto di Cosimo I, eseguito da Alessandro Allori.
Le due opere, pur non direttamente correlate tra loro, testimoniano il lungo legame tra Vasari e l’ambito del suo Duca già da prima del 1555, anno in cui l’aretino entrò a servizio di Cosimo I de’ Medici – effigiato in uno splendido ritratto di Alessandro Allori, risalente al 1560 circa – fino alla morte di entrambi.
La Natività di Gesù fu infatti dipinta da Vasari nel 1546 per il cardinal Giovanni Salviati, zio di Cosimo, al quale l’artista concesse di saldare il pagamento solo se e quando fosse divenuto papa; informazione data per certa, secondo una voce di popolo, che si rivelò invece infondata.
In questa tavola Vasari realizzò una vera pittura a lume di notte, o più precisamente – come scrisse egli stesso nelle sue Ricordanze – “contraffatta” a imitazione di una naturale scena notturna, con forti effetti ‘mistici’ di controluce e trasparenze preziose non facilmente riscontrabili nel resto della sua opera.
Vasari mostra già in questo dipinto un vasto repertorio di ispirazione che ben oltrepassa i confini della Toscana e di cui avrebbe dato presto conto anche nelle sue Vite de’ più eccellenti pittori, scultori et architettori, stampate a Firenze nel 1550 e poi nell’edizione ampliata del 1568 con la dedica a Cosimo I. N
Le due opere, entrate nella raccolta Borghese l’una già nel 1650 e l’altra nel 1833 – esemplificano pienamente la ricerca degli effetti di ‘naturale’ e di ‘lume’ che Giorgio Vasari e gli accademici fiorentini approfondirono in quel fervido terreno di committenze e di botteghe, di teorie e di pratiche che connotò la Toscana nei decenni centrali del Cinquecento.
Per informazioni e prenotazioni: info@museoterrenuove.it, 055-9126213