Sabato 16 marzo sul palco del Viper Theatre di Firenze arriva Giancarlo Barbati Bonanni in arte Giancane.
Il cantautore romano è in tour per festeggiare 10 anni dal primo Ep d’esordio “Carne”, celebrato anche con la ristampa in edizione limitata.
Ex componente del celebre gruppo romano Il Muro del Canto, Giancane si è caratterizzato fin dall’inizio per la sua crudezza espressiva che pesca a piene mani dal parlato di strada, insieme a un’ironia sfacciata, nichilista e grottesca.
Dopo l’ep “Carne”, venduto in comodi vassoi in polistirolo da macelleria, nel 2015 esce “Una vita al top”, album country-neomelodico, d’orientamento western.
Esaurita la prima tiratura, nel 2016 pubblica “Una vita al Top Deluxe” seguito da un tour di oltre 150 date con numerosi sold-out.
Nel 2021 ha realizzato la colonna sonora della serie di animazione “Strappare lungo i bordi”, scritta e diretta da Zerocalcare, con cui il sodalizio è iniziato nel 2018, durante la realizzazione del video del brano “Ipocondria” (feat. Rancore), che ha costituito la colonna sonora degli short animati di “Rebibbia Quarantine”, prodotti nel 2020. Nel 2023 arriva il terzo album “Tutto Male”.
Ecco la nostra intervista a Giancane
Ciao Giancarlo! Come sono passati questi ultimi dieci anni?
Devo dire bene, non dovevo durare dieci anni, dovevo durare una sera. Dovevo fare solo un concerto, avevo un manipolo di pezzi, abbiamo suonato e poi hanno continuato a chiamarci e non hanno più smesso. Io ho continuato a scrivere ed eccoci qua. Non me ne sono nemmeno accorto che sono passati dieci anni.
La musica mi rende vivo, mi fa sentire vivo, soprattutto il live. La musica è sempre stata la mia comfort zone, una “stanza” in cui potevo chiudermi a suonare in momenti non troppo felici. È strettamente collegata alla mia vita
Dov’era questo primo concerto?
A Roma, c’era un festival che si chiamava “Roma Brucia” che facevano in un parco vicino al Pigneto. Ci suonava anche Calcutta, era un bel festival. Io mi dissi: proviamo, facciamolo, divertiamoci, ed eccoci qua.
Mi hai citato Calcutta, il cantautorato romano ha fatto scuola, ha segnato la musica italiana, dieci anni dopo che cosa resta di questa scena, è ancora viva?
Gazzelle è andato a Sanremo poco tempo fa, è rimasta la scena e si sta evolvendo. Ci sono ragazzi più giovani, poi ovviamente è tutto come “Gira la moda”, nel senso che adesso va di moda un genere, poi ne andrà un altro, poi un altro ancora. In quel periodo è stato divertente, ma lo è tutt’ora, secondo me si sta rinvigorendo, stanno nascendo anche locali nuovi a Roma dopo gli anni della pandemia. C’è fermento, sono contento.
Si è parlato molto della dichiarazione di Sangiovanni che ha deciso di fermarsi per problemi personali, legati anche a un certo meccanismo della discografia italiana che si basa sui numeri, sugli streaming. La musica è un lavoro estremamente creativo
Non è una cosa nuova, è un po’ di tempo che è così. La musica è un’industria che ha un fatturato. Diciamo che sono vari campionati, ce n’è ancora uno abbastanza indipendente. I numeri alla fine servono perché sennò non puoi andare a suonare. Sicuramente se fai parte delle nuove generazioni cresciute col telefono, ascoltando e facendo musica in altre maniere, o facendo determinare scelte, parti già con un mind-setting diverso rispetto a uno che fa i concerti al localetto sotto casa. Sangiovanni è uscito da Amici. Mi rendo conto che è entrato un frullatore gigatronico e se non sei formato mentalmente rischi che ti mangi.
Hai lavorato a lungo con Zerocalcare anche per la serie “Strappare lungo i bordi”, come vi siete conosciuti?
Il primo lavoro che abbiamo fatto insieme è stato per il video per la mia canzone “Ipocondria” nel 2018. Quello è stato uno dei primi esperimenti animati che ha fatto Michele, ma ci eravamo conosciuti anche prima perché io lavoravo in un locale dove lui veniva a vedere concerti. Abbiamo collaborato anche per un altro video del mio vecchio gruppo Il Muro del Canto, per un pezzo che si chiamava “Figli come noi” lui è entrato nel video con un cameo fisico, non disegnato. Michele fa parte di quelle persone a cui mando il materiale in anteprima perché non ha un approccio musicale alla musica. Lui è l’uomo della strada che io “sfrutto” per farmi dire cosa ne pensa delle mie cose.
Un’ultima domanda: che cos’è per te la musica?
La musica mi rende vivo, mi fa sentire vivo, soprattutto il live. La musica è sempre stata la mia comfort zone, una “stanza” in cui potevo chiudermi a suonare in momenti non troppo felici. È strettamente collegata alla mia vita.
Si potrebbe dire che la musica per te è quasi uno stabilizzatore dell’umore…
Ecco brava, esattamente, mi piace.