I furti legati al mondo dell’arte accendono la nostra curiosità riportandoci alla mente personaggi del film e dei libri come Arsenio Lupin, La Pantera Rosa, o Caccia al ladro di Alfred Hitchcock.
Molti sono stati i luoghi dell’arte interessati dai furti, dalla pieve isolata ai più autorevoli musei del mondo, ed anche il Museo Stibbert di Firenze non è rimasto indenne.
La notte del 21 ottobre 1977 vennero sottratti quasi ottocento pezzi fra dipinti, armi ed oggetti di arte decorativa.
La mostra “Giallo allo Stibbert” aperta dal 25 marzo al 2 ottobre vuole però oltrepassare il mero fatto di cronaca ed aprire una riflessione sull’opera d’arte, sulle passioni che suscita, e di conseguenza sul valore che le attribuiamo.
Il valore simbolico del patrimonio artistico è da sempre universalmente riconosciuto, infatti l’appropriazione di opere d’arte come bottino di guerra è una pratica che risale ai primordi della civiltà e che si è perpetuata sino ai nostri giorni, come durante le espoliazioni napoleoniche e poi naziste.
Durante la Seconda Guerra Mondiale per difendere il proprio patrimonio artistico anche al Museo Stibbert viene ordinato lo sgombero delle collezioni in un luogo segreto.
Nell’estate del 1944 vengono trafugate dei musei fiorentini molte opere, che saranno poi recuperate dai cosiddetti Monuments Men, una squadra di esperti reclutati per salvare i capolavori europei dalle devastazioni della guerra.
Con i Monuments Men collabora anche un italiano, Rodolfo Siviero, di cui nella mostra si analizza il contributo apportato al Museo Stibbert non solo negli anni immediatamente successivi alla guerra, ma anche nel recupero di un nucleo di opere pochi mesi dopo il furto che il museo subì nel 1977.
Ma altrettanto utile al recupero del patrimonio del Museo Stibbert sarà l’incessante opera di investigazione dell’Arma dei Carabinieri.
Nella mostra viene infatti anche affrontato il grande lavoro fatto dal Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale per far riemergere dall’oscurità le opere sottratte.
Attraverso le opere esposte vengono illustrati i recuperi avvenuti sia in Italia che all’estero, raccontando il rimpatrio dei capolavori sottratti nonostante le difficoltà delle differenti legislazioni.
Una degli obbiettivi di questa mostra, oltre a gettare nuova luce sulla vita del Museo Stibbert oltre la morte del suo fondatore, è anche cercare di sensibilizzare il pubblico sull’importanza della tutela e della salvaguardia dei beni culturali quali valori fondanti dell’identità nazionale, credendo fortemente che la consapevolezza del patrimonio culturale sia la migliore difesa.