Tre tra i massimi capolavori della statuaria bronzea rinascimentale saranno esposti a confronto dal 5 aprile al 4 settembre 2023 al Museo Nazionale del Bargello.
Si tratta del San Giovanni Battista di Lorenzo Ghiberti, l’Incredulità di san Tommaso di Andrea del Verrocchio e il San Luca del Giambologna, tutti provenienti dal Museo di Orsanmichele chiuso dal 12 dicembre 2022 per lavori straordinari di restauro, messa in sicurezza e riallestimento.
Il complesso scultoreo di Orsanmichele è uno dei più importanti monumenti pubblici fiorentini, in cui sono conservate le statue originali, marmoree e bronzee, raffiguranti i santi patroni delle Arti fiorentine, progressivamente rimosse dai tabernacoli esterni e sostituite oggi da copie.
“Questa piccola mostra focalizzata su tre grandi capolavori in bronzo mira non soltanto a rendere visibili alcune tra le più importanti statue del rinascimento, che scandiscono passaggi fondamentali del Rinascimento fiorentino, durante i lavori straordinari previsti quest’anno ad Orsanmichele – ha dichiarato Paola D’Agostino, direttrice dei Musei del Bargello – ma anche a mettere in collegamento più stretto le collezioni dei Musei del Bargello, uniche nel mostrare il dominio della statuaria fiorentina in bronzo dal Quattrocento all’inizio del Seicento. Ringrazio Benedetta Matucci per aver curato la mostra arricchendola anche di tanti dati visivi e documentari che danno conto della storia singolare delle statue di Orsanmichele dal Rinascimento ad oggi”.
“Orsamichele è un monumento chiave della storia artistica fiorentina, e i suoi tabernacoli hanno ospitato per secoli alcuni dei più rilevanti capolavori della scultura rinascimentale, oggi conservati presso il museo – ha dichiarato Benedetta Matucci funzionaria storica dell’arte, responsabile del complesso di Orsnamichele e del Museo di Palazzo Davanzati e curatrice della mostra – L’esposizione dei bronzi di via de’ Calzaiuoli al Bargello potrà essere l’occasione per approfondirne le vicende storiche e conservative, o più semplicemente per soffermarsi ad ammirare gli esiti della prodigiosa tecnica fusoria ad opera di grandi maestri quali Ghiberti, Verrocchio e Giambologna”.
Le opere in mostra
Le tre opere selezionate per l’esposizione temporanea al Bargello provengono tutte dalle edicole situate sulla facciata orientale di via de’ Calzaiuoli.
Il San Giovanni Battista di Ghiberti (1413-1416), la prima statua monumentale del Rinascimento, viene dal tabernacolo dell’Arte di Calimala, mentre il San Luca del Giambologna (1602) fu commissionato dall’Arte dei Giudici e dei Notai.
L’opera di quest’ultimo si contraddistingue per la grande potenza espressiva e, a differenza degli altri due bronzi, non aveva mai lasciato il palazzo di Orsanmichele, se non per la necessaria messa in sicurezza durante la seconda guerra mondiale e per il restauro del 2001.
Infine, il gruppo verrocchiesco dell’Incredulità (1467-1483), scenograficamente allestito in mostra entro una nicchia sopraelevata ad una altezza prossima a quella del tabernacolo originale, rappresenta l’Università della Mercanzia.
Il percorso nel Museo Nazionale del Bargello
Nel percorso attraverso le sale del Bargello sono state predisposte apposite didascalie per individuare quelle opere che, in virtù di legami storici e artistici con le vicende di Orsanmichele, o con gli scultori in mostra, possono essere idealmente messe in dialogo con questi ospiti “illustri”.
L’esempio più significativo è il San Giorgio di Donatello (1415-1417 circa), scolpito per il tabernacolo dell’Arte dei Corazzai e degli Spadai, e trasferito nel 1891 da Orsanmichele al Museo Nazionale del Bargello, entro una nicchia, replica dell’originale, dove oggi è esposta anche la celebre predella con il San Giorgio che uccide il drago e libera la principessa.
Sul lato settentrionale del cortile si trova poi la statua marmorea del San Luca di Niccolò di Pietro Lamberti (1403-1406), un tempo collocata nella nicchia dell’Arte dei Giudici e dei Notai, e sostituita nel 1602 dal monumentale bronzo del Giambologna.
Mentre al secondo piano, nella sala del Verrocchio, il raffinato busto marmoreo scolpito da Mino da Fiesole che ritrae Piero de’ Medici (1453-1454), uno dei cinque operai che, incaricati dalla Mercanzia di far eseguire una statua per il proprio tabernacolo ad Orsanmichele, commissionarono al celebre scultore il gruppo dell’Incredulità.