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A Palazzo Pitti in mostra gli abiti di Germana Marucelli la stilista che “inventò” il Made in Italy

Fino al 24 settembre in mostra oltre 150 tra abiti, gioielli, opere d’arte, bozzetti e fotografie che racconteranno la fantasia, lo stile, le visioni e la creatività esplosiva di una delle protagoniste più eccentriche della moda italiana

La poetessa Fernanda Pivano l’ha definita “la sarta intellettuale”, mentre Ungaretti diceva che lei era “interprete di rara poesia”, stiamo parlando della stilista fiorentina Germana Marucelli a cui è dedicata una grande mostra nel Museo della Moda di Palazzo Pitti a Firenze, aperta fino al 24 settembre.

Oltre 150 tra abiti, gioielli, opere d’arte, bozzetti e fotografie racconteranno la fantasia, lo stile, le visioni, la creatività esplosiva di una delle protagoniste più eccentriche della moda all’italiana.

“Germana Marucelli (1905-1983). Una visionaria alle origini del Made in Italy” è il titolo dell’esposizione che si potrà visitare in quindici nuove sale riaperte ai visitatori proprio per questa occasione. Saranno ricreati per l’esposizione anche gli spazi del salotto culturale da lei fondato nel Dopoguerra e del suo atelier del ‘64.

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt ha dichiarato: “Il rapporto costante tra la creatività sartoriale di Germana Marucelli e il mondo dell’arte che la ispira, fa della mostra che si apre ora a Palazzo Pitti un evento emblematico: proprio qui infatti, nella Sala Bianca, la sarta aveva presentato i suoi modelli nelle sfilate ideate da Giovanni Battista Giorgini, esempio nuovissimo di contatto tra il mondo della moda e quello del museo, luogo sacro di una cultura senza gerarchie e divisioni per generi”.

© ph. Antonio Quattrone

Germana Marucelli, nata all’inizio del secolo a Settignano alle porte di Firenze, è considerata a tutti gli effetti l’antesignana del Made in Italy. Durante il periodo bellico ha iniziato a elaborare uno stile proprio, indipendente dalla haute couture francese e ritenuto da molti anticipatore del New Look di Dior.

la moda deve essere mutevole, non per un qualsiasi capriccio, ma perché è mutevole la vita. E la donna è vita e spirito

Sul finire degli anni Quaranta ha affiancato Giovan Battista Giorgini nella sua battaglia per l’affermazione della moda italiana esordendo nel febbraio del 1951 a Villa Torrigiani, e a seguire, nel luglio del 1952, alla Sala Bianca di Palazzo Pitti, luogo natale del “Italian High Fashion Show”. 

Considerata una delle più attive promotrici dell’interdisciplinarità tra moda e arte, Marucelli da sempre anticipatrice di nuove frontiere, sin dai suoi esordi nel mondo della moda si prefigge l’alto obiettivo di aiutare la donna ad esprimersi attraverso l’abito, concepito come “strumento di irradiazione del proprio io”.

“Il vestito è pittorico per il colore, scultoreo per la forma, architettonico per la funzionalità, poetico perché crea uno stato armonico. – ha dichiarato – Il vestito deve aiutare la donna a ritrovare se stessa: quella se stessa che ella va cercando nei secoli della sua evoluzione. E pertanto la moda deve essere mutevole, non per un qualsiasi capriccio, ma perché è mutevole la vita. E la donna è vita e spirito”.

© ph. Antonio Quattrone

La mostra a Palazzo Pitti

La mostra a Palazzo Pitti è articolata come un percorso a ritroso, dai primi anni Ottanta al finire degli anni Quaranta, rievoca lo scenario storico in cui il Made in Italy nacque a Firenze.

Gli abiti creati dalla Marucelli sono posti in dialogo con opere d’arte e gioielli di artisti italiani con i quali collaborò, come Paolo Scheggi, Pietro Gentili e Getulio Alviani.

Il vestito deve aiutare la donna a ritrovare se stessa: quella se stessa che ella va cercando nei secoli della sua evoluzione

In mostra sono stati ricreati gli ambienti sia del salotto culturale della stilista, fulcro della sua attività negli anni Quaranta e Cinquanta (e frequentato da poeti, artisti e intellettuali come Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo, Gillo Dorfles, Lucio Fontana, Massimo Campigli, Francesco Messina, Bruno Munari, Ettore Sottsass, Giò Ponti, e il filosofo Dino Formaggio) sia dell’atelier progettato per lei da Paolo Scheggi nel 1964, così da consentire al visitatore di entrare direttamente nel luogo e nel momento storico in cui la moda si faceva.

Nella moda di Germana Marucelli prevale un concetto nuovo per la moda del tempo, in cui la donna non è più soggetto passivo da rivestire di significati, ma al contrario ne diventa componente attiva.

Nelle sue collezioni Germana Marucelli esprime perfettamente l’animo femminile di un tempo in costante cambiamento; e ne incanala il potenziale espressivo, raffigurandone con gli abiti le diverse incarnazioni, come la Guerriera-Sacerdotessa, la mistica donna in Saio, la donna Cinetica degli op-dress, la Crisalide, donna in continua metamorfosi.

 

Informazioni sull’evento:

  • Quandodal 13 Giugno 2023 al 24 Settembre 2023
  • DovePalazzo Pitti, piazza Pitti, Firenze (Firenze) Indicazioni
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