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Viaggi /LA STORIA

Isola Santa: il borgo ‘dimenticato’. La rinascita con l’albergo diffuso

Nell’antichità meta dei pellegrini, oggi amato dai bikers e dai camminatori: il paese è tornato a splendere grazie un progetto di recupero. Un borgo dal fascino senza tempo tornato a nuova vita

Quel che era in un tempo lontano Isola Santa è celato dall’acqua del lago artificiale, gemma di smeraldo liquido tra i boschi della Garfagnana.

Erano gli anni Cinquanta quando una parte di questo piccolo borgo venne sommerso per creare un invaso artificiale idroelettrico. Nel corso del tempo, ogni volta che il lago viene svuotato ecco che riemergono alcuni luoghi dell’antica vita: il vecchio mulino Mosceta e il ponte che attraversava il torrente Turrite, ruderi oggi casa delle trote fario.

Resti in cerca di respiro e di sprazzi di cielo, quando l’acqua del lago si abbassa, per ricordarci che Isola Santa è anche ciò che oggi è invisibile agli occhi.

Isola Santa, la Chiesa di San Jacopo e il campanile. Photo credits Sheila Niccolai per FST

Solo la parte alta del borgo fu risparmiata. Una manciata di case, la chiesa, il campanile

Negli anni in cui si decise di sacrificare Isola Santa per il ‘bene comune’, solo la parte alta del borgo fu risparmiata, una manciata di case, la chiesa di San Jacopo, il campanile. Ma l’acqua smuoveva le case, le rendeva instabili. Fu così che gli abitanti lasciarono pian piano il paese, destinato per lungo tempo ad essere quasi dimenticato.

Un borgo quasi fantasma, perduto, abbandonato, meta antica di pellegrinaggio, antico hospitale e luogo di cura per i viandanti che dopo un lungo cammino trovavano in questo piccolo centro abitato- stretto a forza nel letto dei monti – salvezza, cura e ristoro.

Il lago di Isola Santa, meta di pescatori, amanti della natura e bikers Photo credits Sheila Niccolai per FST

Poi in tempi recenti Isola Santa vive la sua seconda possibilità. I problemi di stabilità delle case sono ormai risolti da anni ma il borgo ormai conosce solo i rumori della natura. L’uomo qua non porta più la sua vita quotidiana. Poi l’illuminazione di alcuni cittadini e dell’ex sindaco di Careggine, Mario Puppa, la determinazione di chi voleva ad ogni costo che Isola Santa tornasse a vivere.

Determinazione premiata nel 2016 quando il comune riesce ad ottenere quasi due milioni di euro grazie al “Progetto Bellezza” varato dall’allora Governo Renzi. Iniziano i lavori di recupero, viene ristrutturata la piazza San Giacomo, dove si trova l’antica chiesa del 1206, tornano i viaggiatori.

Isola Santa diventa un albergo diffuso, c’è anche un ristorante sul lago, meta anche di pescatori, di amanti della natura e di bikers. Torna la vita e rimane l’armonia di un luogo incantato dove il tempo sembra un accessorio non richiesto.

Isola Santa, un antico edificio del borgo e il lago Photo credits Sheila Niccolai per FST

Il borgo ti inghiotte con i suoi colori, ti abbraccia e ti stringe nel suo essere piccolo ed eterno

Il borgo è accessibile solo a piedi e ti inghiotte con i suoi colori a tratti fosforescenti, in certe ore del giorno. Ti abbraccia e ti stringe nel suo essere piccolo ed eterno, ti accoglie, come faceva nell’antichità con i viandanti stanchi e affamati

Isola Santa ti prende per mano e ti regala equilibrio, quella stabilità che hanno trovato anche le case del paese, dondolate dall’acqua. Ti fermi, alzi gli occhi al cielo. D’intorno solo verde, tetti in ardesia, profumo di legna.

La bellezza è tornata. Stavolta – forse – per sempre.

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