Sono buoni i risultati occupazionali ottenuti in Toscana per Garanzia Giovani, il programma europeo di contrasto al fenomeno dei Neet, ovvero quei ragazzi e ragazze tra i 15 e i 24 anni che non hanno un’occupazione, né sono inseriti in percorsi di istruzione o formazione.
L’87,5% dei ragazzi presi in carico ha ricevuto un’opportunità lavorativa
Al 14 settembre infatti sono state in totale oltre 165mila le adesioni in Toscana a Garanzia Giovani e di queste, 161mila sono state completate sul portale regionale, scegliendo il Centro per l’impiego e prenotando il primo colloquio.
I Centri, a loro volta, hanno effettuato 128mila colloqui di orientamento e siglato 116mila patti di attivazione, prendendo in carico di 102.153 Neet. Di questi sono stati 89mila a ricevere almeno una opportunità lavorativa (l’87,5 % dei presi in carico).
Questi alcuni dei numeri relativi alla Toscana che emergono dall’ultimo rapporto Anpal, l’Agenzia nazionale politiche attive lavoro, che ha tracciato un bilancio positivo del Programma a livello nazionale, con 1,6 milioni di giovani registrati, 1 milione e 250mila giovani presi in carico e un 53,4% che, entro 12 mesi, ha trovato un impiego.
Garanzia Giovani: Toscana terza regione per inserimento dei tirocinanti
Sempre per quanto riguarda la Toscana, la prima opportunità di inserimento nel mercato del lavoro è stato per 37mila giovani un tempo determinato o altre forme (42%), mentre per il 37%, pari a 33mila giovani, è stato un tirocinio e per il 16% (14mila persone) è stato stipulato un contratto di apprendistato. Sono , infine 4.416 giovani hanno avuto un contratto a tempo indeterminato (5%).
A proposito del tirocinio, la Toscana è la terza regione in Italia per inserimento occupazionale dei tirocinanti: in base ad un rapporto Anpal del 2019, a sei mesi dalla fine del tirocinio, il tasso di occupazione dei tirocinanti in Toscana è al 58%.
Per contrastare gli effetti negativi della disoccupazione giovanile e l’effetto scoraggiamento, Garanzia Giovani, già prima dell’emergenza Covid-19, intendeva offrire un sostegno fondato su politiche attive di istruzione, formazione ed inserimento nel mondo del lavoro. Oggi si propone come un ulteriore strumento per fronteggiare e rispondere alle gravi conseguenza economiche e sociali causate dall’epidemia.