Era il 3 settembre 1982, quando il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa rimase vittima di un agguato a Palermo insieme a sua moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta Domenico Russo. A 40 anni di distanza, Ferrovie dello Stato e l’Arma dei Carabinieri hanno voluto ricordare il generale con un frecciarossa con una livrea commemorativa. Il treno viaggerà fino al 31 ottobre sulle linee alta velocità tra Torino e Reggio Calabria, attraversando alcuni dei luoghi in cui il generale ha vissuto e lavorato. Lo vedremo certamente passare molte volte anche dalla stazione di Firenze Santa Maria Novella e sui binari che attraversano da nord a sud la nostra regione.
“Dalla Chiesa è un modello di fedeltà allo Stato e ai suoi più alti valori democratici“, ha detto l’Ad di Ferrovie dello Stato Luigi Ferraris, presentando l’iniziativa alla stazione di Roma Termini: “Mostrare il suo sorriso su un Frecciarossa in viaggio da nord a sud contribuirà a tenere vivo il ricordo e quel desiderio di libertà che la mafia avrebbe voluto sotterrare con il piombo“.
Sulla livrea del treno, oltre al volto del generale raffigurato sulle fiancate, è riportata anche una frase che Dalla Chiesa amava ripetere: “Certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli“.
L’immagine del generale dalla Chiesa sarà anche esposta sui monitor a bordo di tutte le Frecce, sulle biglietterie self-service e sui totem posti nei freccialounge e frecciaclub presenti nelle stazioni toccate da questo speciale Frecciarossa.
Generale Dalla Chiesa
Figlio di un generale dei Carabinieri, entrò nell’Arma durante la seconda guerra mondiale. Subito dopo combatté il banditismo prima in Campania e poi in Sicilia. Ha vissuto e lavorato in molte città italiane poi, tra il 1966 e il 1973 fu nuovamente in Sicilia dove si occupò di indagare su Cosa nostra. Concluso il periodo sull’isola arrivò a Torino dove fu protagonista della lotta contro le Brigate Rosse e negli anni successivi si impegnò nella lotta contro il terrorismo. Tornò, nuovamente in Sicilia, nel 1982 dove fu nominato prefetto di Palermo con l’incarico di contrastare la magia. A pochi mesi dal suo insediamento fu ucciso in un agguato mafioso nella strage di via Carini.