Tutti conoscono la storia di Frankenstein, mitico personaggio creato da Mary Shelley tra il 1816 e il 1817, lo scienziato capace di infondere la vita nella materia inerte, che riporta in vita una mostruosa “Creatura” dotata di una forza invincibile.
Victor Frankenstein è un precursore della figura dello “scienziato pazzo” che tanta fortuna cinematografica avrà negli anni successivi e il romanzo che la Shelley scrisse a soli 19 anni è un caposaldo della letteratura gotica, horror e della fantascienza.
Non tutti sanno però che secondo una teoria poco nota per delineare il personaggio del dottore che infonde la vita al mostro Mary Shelley si sarebbe forse ispirata a una dinastia di medici toscani i Vaccà Berlinghieri.
La YouTuber, studiosa di architettura e appassionata di letteratura e cinema Niky Argento ha realizzato un interessante documentario sui luoghi visitati da Mary e suo marito Percy Bysshe Shelley in Toscana per scoprire quali leggende si celano dietro il celebre romanzo.
Ciao Niky! Andiamo per ordine, secondo la tua ipotesi molto interessante Mary Shelley si sarebbe ispirata ai Vaccà Berlinghieri per delineare il personaggio dello scienziato Frankenstein però dobbiamo subito dire che gli Shelley visitarono la Toscana solo dopo la pubblicazione del romanzo (avvenuta il 1° gennaio 1818)
La leggenda vuole che si ispirò al padre Francesco Vaccà Berlinghieri che secondo alcuni effettuava esperimenti di galvanismo, anche se non ci sono prove effettive che la famiglia facesse questo tipo di esperimenti. Il fratellastro di Mary Shelley studiò all’Università di Pisa e aveva parlato di Berlinghieri a Mary. Dicono che lei venne a Pisa col marito apposta per conoscerlo, lo stimava molto ed era innamorata del suo lavoro essendo lei una romantica ma con tratti illuministici. All’epoca Francesco Vaccà Berlinghieri era soprannominato “Frank The Stone” per i suoi esperimenti scientifici sui calcoli renali e i trapianti di organi.
Una cosa è certa gli Shelley viaggiarono molto in Toscana dopo la pubblicazione del romanzo
Sì il romanzo venne scritto da Mary nel 1816 a Villa Diodati in Svizzera, c’erano anche Lord Byron e John William Polidori che scrisse “Il vampiro”. I coniugi Shelley si trasferirono in Italia nel 1818 e in Toscana circa nel 1819.
Quali sono i luoghi che hanno visitato gli Shelley in Toscana?
I luoghi principali sono sicuramente Bagni di Lucca che è stata la loro prima tappa in Toscana. Dopo si sono trasferiti a Livorno, una tappa molto importante che ho scoperto quasi per caso, grazie allo storico Pietro Vigo, dove c’è una casa con una targa in memoria di Percy Shelley. Successivamente a Pisa il palazzo Lanfranchi dove Mary e suo marito frequentarono il salotto letterario organizzato da Sophie Caudeiron moglie di un fratello dei Berlinghieri. Questo salotto era molto importante all’epoca ed era frequentato anche da intellettuali del calibro Giacomo Leopardi e Ugo Foscolo. Poi da visitare assolutamente è la Casa Museo dei Vaccà Berlinghieri che si trova a Montefoscoli.
Raccontaci cos’hai scoperto…
E’ un luogo incredibile. A pianterreno c’è il Museo della civiltà contadina, mentre al primo piano i discendenti della famiglia Berlinghieri hanno messo a disposizione tre-quattro camere con ancora tutto l’arredamento dell’epoca, gli strumenti medici e la biblioteca. E’ un luogo magico, purtroppo ancora non molto conosciuto ma assolutamente da riscoprire e da valorizzare. Un altro luogo incredibile è il Tempio di Minerva Medica, un tempio massone che il figlio Andrea Vaccà Berlinghieri fece costruire in onore al padre. Dicono che Mary Shelley lo frequentasse. Ci sono tante leggende ancora da scoprire.