“Il primo elemento da ricordare è il ruolo fondamentale del nostro sistema sanitario, che ci ha aiutato a gestire la pandemia”. Lo ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Silvio Brusaferro nella prima giornata Forum risk managment, in corso ad Arezzo fino al 3 dicembre. “È importante rafforzare questo ruolo partendo dalla prevenzione, dalle cure domiciliari, dalle reti di assistenza, sapendo che le reti devono essere flessibili in funzione della domanda, dall’importanza di avere un’integrazione sociosanitaria. Perché è proprio partendo dalla porta del cittadino che possiamo garantire la salute, ricordando un insegnamento importante: la salute è determinata certamente dai nostri servizi sanitari ma anche, e molto, da tutte le modalità con cui organizziamo il nostro vivere. La sfida che ci aspetta nei prossimi anni è proprio questa” ha aggiunto. “È il concetto di ‘one health’, ovvero la salute umana, la salute dell’ambiente e la salute degli animali, guardandoli come un insieme”. Per Brusaferro, infine, “non ci può essere crescita economica, non ci può essere benessere, senza salute. Il nostro lavoro deve crescere da questo binomio”.
L’evento
La 16esima edizione del Forum risk management in sanità è un’importante occasione di confronto e condivisione tra tutti gli attori del sistema sanitario. Il Forum rappresenta il luogo ideale per la presentazione e diffusione di buone pratiche per la sicurezza del paziente. Negli anni sono state coinvolte le comunità di operatori sanitari, ordini professionali, società scientifiche ed esperti. Dodici sono gli argomenti centrali di questa edizione: servizi di prossimità, ospedale, sviluppo della ricerca biomedica, forme avanzate di partnership pubblico-privato, formazione, l’importanza dei dati, professionisti produttori di salute, sicurezza dei pazienti e degli operatori sanitari, prevenzione, controllo delle infezioni, la persona e le conseguenze del Covid.
La richiesta al Governo (e le nuove sfide)
In quest’ambito, nell’area Fiere e congressi di Arezzo, è stata avanzata anche una richiesta da parte di Massimiliano Fedriga, presidente della conferenza delle Regioni e governatore della Regione Friuli Venezia Giulia. Ovvero “un intervento del Governo per il finanziamento straordinario dei costi sostenuti dalle Regioni”. Secondo Fedriga “la situazione è difficile a causa della diffusione epidemiologica. La questione – ha aggiunto – è peraltro strettamente connessa alla sostenibilità delle iniziative assunte dai sistemi sanitari regionali, che fino a qualche anno fa sono stati costretti a una stagione di tagli”.
Fedriga ha poi posto poi l’accento sul ruolo della medicina generale che, a suo parere “deve essere più integrata”, e ha evidenziato anche la carenza di personale medico e delle professioni e la gestione dei pronto soccorso che va migliorata. “Le sfide nuove – ha concluso – sono l’innovazione, l’assistenza domiciliare e territoriale”.
La Costituzione etica
“Il primo obiettivo, frutto della lezione lasciata dalla pandemia, dovrebbe essere è quello di creare una cabina di regia, capace di contrastare la frammentarietà della formazione professionale in sanità” ha detto Guido Rasi, ex direttore dell’Agenzia europea dei medicinali e ora direttore scientifico del provider per la formazione professionale medica Consulcesi.
Intervenendo alla Conferenza nazionale sulla vulnerabilità e fragilità, in occasione del Forum risk management, nel corso del confronto tra professionisti della sanità è stata presentata anche la Costituzione etica di cui si è auto dotata la Federazione nazionale ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (Fno-Tsrm-Pstrp).
La gestione della pandemia in Italia
“Un progetto innovativo che un giorno non troppo lontano, potrebbe essere adottata da tutto il mondo della sanità. Che tante realtà diverse si dotino di una carta comune – ha precisato Rasi – è un passo che va in direzione giusta, cioè la standardizzazione delle cure che, a sua volta, è uno degli elementi principali per garantire qualità e sicurezza a tutti i pazienti senza diseguaglianze. Per imparare dalla pandemia, due gli elementi necessari: la centralizzazione e la standardizzazione“.
In pandemia, ha sottolineato Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi, “abbiamo riscontrato un picco di richiesta formativa da parte non solo dei medici, ma di diverse professionalità sanitare. A farla da padrone la formazione a distanza, che ha visto un incremento di circa il 30 per cento”.
La gestione della pandemia nel nostro Paese, ha concluso, “è stata la migliore al mondo dopo Israele. Questo per vari fattori, non ultimo, perché i nostri professionisti sanitari sono tra i migliori al mondo grazie alla formazione solida e all’aggiornamento continuo”.