I dati pubblicati dall’Agenzia di coesione, al 31 dicembre 2019, proiettano la Toscana ai vertici delle Regioni per capacità di spesa oltre che di allocazione delle risorse. In particolare, per quanto riguarda gli ambiti delle politiche industriali, il Por Fesr 2014-2020 registra per l’asse 1 (ricerca, sviluppo e innovazione) una percentuale di spesa certificata (quindi di risorse pienamente utilizzate dalle imprese) del 67,3% sulla dotazione iniziale, per l’asse 3 (competitività Pmi) del 63%. La media del Por Fesr Toscano della spesa certificata è del 40,2%, ma in valore assoluto la regione del centro nord è in testa alle graduatorie di performance.
«Risultati di tutto riguardo – commenta l’assessore regionale alle attività produttive, Stefano Ciuoffo – che lasciano soddisfatti per il lavoro svolto dall’assessorato in questi cinque anni e che evidenziano un dinamismo del sistema imprenditoriale. Dinamismo che dovrebbe essere assunto anche come riferimento per la nuova fase di programmazione, dove le sfide principali, la transizione al digitale e all’economia circolare, dovranno costituire il faro per le politiche di sostegno alle imprese, insieme a internazionalizzazione e credito. In questo senso, è evidente che l’importanza dell’Europa passa e si rappresenta anche con questi segnali e con la determinazione a perseguire obiettivi di medio periodo per garantire e accompagnare la cres cita qualitativa e sostenibile dell’economia regionale. È utile fare un primo, per quanto non definitivo, bilancio della fase di programmazione in conclusione 2014/20 e i dati di utilizzazione e spesa effettiva costituiscono un primo indice della efficienza e di verifica di una politica che ha intercettato la domanda. Adesso più che mai occorre sostenere le imprese che con la crisi dettata dal coronavirus rischiano di vedere vanificati gli sforzi e le progettualità nelle quali avevano investito».
L’Unione Europea ha avviato il complesso e difficile confronto sulle prospettive finanziarie, cioè il bilancio di previsione che guiderà le politiche europee per il settennio 2021-2027 e vi è un gruppo di Paesi che non intende incrementare la dotazione oltre l’1% del Pil europeo «con una posizione al ribasso – annota Ciuoffo – che sicuramente non giova al futuro politico ed economico dell’Europa. Anche nel nostro Paese le posizioni critiche nei confronti dell’Europa sono presenti e talvolta, al di là degli inutili estremismi, sarebbe utile confrontarsi sui fatti. Ed un fatto che su cui riflettere è che grazie alle politiche dell’Unione europea molte risorse sono affluite sul territorio della Regione Toscana, ed in particolare a favore dello sviluppo socio-economico. E una parte significativa di queste risorse vedono come beneficiarie le imprese. Un volano essenziale per le Regioni che da anni vedono i propri bilanci ridursi per effetto dei tagli ai trasferimenti non sostituiti da un presunto o adeguato federalismo fiscale: non possiamo nascondere che le risorse che provengono dall’Europa ed in particolare dai cosiddetti fondi strutturali rappresentano il cuore delle politiche industriali regionali, senza le quali ci troveremmo di fronte solo ad una politica nazionale, da molti evocata ma per anni latente».
In attesa della conclusione del negoziato sul bilancio dell’Unione, si è avviato il processo di programmazione nazionale: la Regione Toscana ha approvato un documento di indirizzi, il “Quadro strategico regionale”, presentato recentemente al Consiglio regionale e che nelle prossime settimane sarà oggetto di un confronto partenariale.