È il 1854 quando Leopoldo, Romualdo e Giuseppe Alinari fondano a Firenze la loro società che segnerà la storia della fotografia. Oggi il loro storico archivio, che conserva 5 milioni di immagini, è stato salvato dalla disgregazione grazie alla Regione Toscana, che lo scorso gennaio lo ha acquistato in blocco con un’operazione da 15 milioni di euro.
A gestire questo tesoro è la Fondazione Alinari per la fotografia, che ha come obiettivo quello di renderlo fruibile al grande pubblico.
“È stata un’operazione di grandissimo rilievo culturale – commenta il neo presidente della Fondazione Alinari, Giorgio Van Straten – l’archivio rischiava di essere venduto a diversi acquirenti e quindi disperdersi, grazie alla scelta della Regione di comprarlo è stato salvaguardato un pezzo della storia della fotografia, non solo italiana ma mondiale.”
La Fondazione Alinari e un tesoro da valorizzare
Il patrimonio Alinari è un complesso di 125 fondi che comprendono materiale fotografico dal 1860 ad oggi: 448mila fotografie vintage, 473mila negativi su lastra di vetro, un milione e 600mila negativi su pellicola in bianco e nero e ancora 421mila diapositive a colori, 700mila album fotografici, 34mila libri e riviste di fotografia e 400 apparecchiature fotografiche e obbiettivi dalla metà dell’Ottocento a fine Novecento.
“Il nostro obiettivo ora è valorizzare e rendere fruibile l’archivio non solo a chi ne fa un uso professionale e di ricerca editoriale ma anche al pubblico – continua Van Straten – avremo una sede dove collocheremo gli uffici e i laboratori e poi realizzeremo un museo dedicato alla storia della fotografia, con un percorso che partirà dalla prima metà dell’Ottocento e arriverà ai nostri giorni.”
Come sede del museo, la Regione ha dato la disponibilità di Villa Fabbricotti, ma lo spazio potrebbe non essere sufficiente per accogliere al meglio un patrimonio così vasto.
“Penso che dovremo valutare uno spazio diverso per il museo – aggiunge Van Straten – e intanto un primo punto dove dare subito visibilità all’archivio potrebbe essere Palazzo Strozzi Sacrati, come ha suggerito il presidente Giani.”
Un archivio che si apre al mondo
L’archivio Alinari si aprirà così al pubblico di amatori e semplici appassionati, in un percorso che valorizzerà la portata del loro contributo alla storia della fotografia.
“I fratelli Alinari sono stati all’avanguardia, praticamente lo studio più importante nel fotografare le opere d’arte – spiega Van Straten – attraverso le loro riproduzioni hanno dato la possibilità di studiare quelle opere a tutte le persone che non si potevano muovere e raggiungere i musei. Oggi, nell’epoca in cui le immagini sono sempre raggiungibili, sembra una cosa strana ma allora il fatto che le opere d’arte venissero riprodotte era assolutamente straordinario e unico, era un modo di viaggiare senza farlo davvero e quindi anche di diffondere la cultura in ambiti più ampi che in precedenza. Come fondazione abbiamo lo stesso obiettivo di diffondere il patrimonio culturale nelle fasce più ampie possibili della popolazione.”
La Fondazione Alinari si occuperà anche di organizzare attività di educazione, di ricerca e di restauro nell’ambito della fotografia, coinvolgendo artisti, studiosi e scuole, oltre alle realtà toscane attive nel campo della fotografia, come il Cortona On The Move.
“La ricerca sarà importante perché il patrimonio tutt’oggi non è nemmeno conosciuto e catalogato nella sua interezza – conclude Van Straten – una parte inoltre richiederà operazioni di restauro e data la specificità degli oggetti da restaurare sarà anche uno strumento di formazione per un personale altamente qualificato.”