Ci sono le macerie del campanile della Basilica di San Marco, a Venezia, che crollò nel 1922 a causa di un disastroso intervento murario. Ma anche il Foro romano prima di venire portato alla luce, quando ancora le mucche pascolavano tra le rovine. E ancora la temibile esplosione del Vesuvio del 26 aprile 1872, immortalata da Giorgio Sommer in quella che probabilmente è la prima foto di un’eruzione vulcanica. Senza dimenticare Firenze, dal fermento degli anni in cui fu capitale d’Italia alle immagini degli angeli del fango che salvano i libri dall’alluvione del 1966. È solo una piccola parte della storia italiana conservata nell’Archivio dei Fratelli Alinari, la più antica azienda fotografica al mondo fondata a Firenze nel 1863 da Leopoldo Alinari: un patrimonio di 5 milioni di immagini che rischiava di andare disperso e che la Regione Toscana ha deciso di salvare con quella che il presidente Enrico Rossi ha definito “un’operazione di politica culturale tra le più importanti degli ultimi cinque anni”.
Sì perché grazie all’impegno regionale questo im menso tesoro sarà gestito dalla Faf, la Fondazione Alinari per la fotografia, che aprirà anche un Museo della fotografia a Firenze, nei locali di Villa Fabbricotti entro due anni. Tutto è iniziato il 13 gennaio di quest’anno, quando la Regione ha acquisito l’archivio Alinari, con un’operazione da 15 milioni di euro che puntava a conservarlo e soprattutto a renderlo fruibile per il pubblico.
“Si chiude un percorso iniziato con l’acquisizione da parte della Regione Toscana, nel gennaio scorso, del patrimonio fotografico Alinari – ha spiegato il governatore Rossi presentando l’iniziativa – un grande, immenso patrimonio culturale e artistico di rilevanza mondiale che in questo modo potrà restare nel presente e per le future generazioni. Da oggi parte un nuovo capitolo di una grande storia. Non esistono Fondazioni come questa, molti altri depositi sono stati smembrati, venduti e non sufficientemente valorizzati. Quello che abbiamo concretizzato oggi è un esempio di politica culturale moderna, seria, profonda, di cui potranno usufruire tutti i cittadini, e non solo della nostra regione e del nostro Paese.”
La sede provvisoria della Fondazione è collocata presso gli uffici regionali di via Farini a Firenze, in attesa dei lavori per il recupero e l’adeguamento di Villa Fabbricotti, che appunto ospiterà anche il Museo.
L’obiettivo della Faf sarà amministrare e valorizzare il patrimonio Alinari, un archivio unico al mondo che era nato da un nucleo originario di lastre su vetro e si era sviluppato nel corso del tempo con l’aggiunta di numerosi archivi, fondi e collezioni, che insieme formano una testimonianza unica della cultura, del paesaggio, dell’arte, della moda italiana della seconda metà dell’Ottocento e della prima metà del Novecento.
Si tratta nel complesso di 125 fondi acquisti dagli Alinari, che comprendono materiale fotografico dal 1860 ad oggi: 448mila fotografie vintage, 473mila negativi su lastra di vetro, un milione e 600mila negativi su pellicola in bianco e nero e ancora 421mila diapositive a colori, 700mila album fotografici, 34mila libri e riviste di fotografia e 400 apparecchiature fotografiche e obbiettivi dalla metà dell’Ottocento a fine Novecento.
“I benefici di questa operazione sono molteplici e di ineguagliabile valore. Tutti i toscani conoscono il patrimonio Alinari, che fa parte della storia della cultura europea, la nascita della Fondazione fa ben sperare per il futuro di questa importante collezione, che sarà messa a disposizione di tutti” spiega Claudio Rosati, amministratore unico della neo Faf per i prossimi tre mesi, finché non sarà nominato un Consiglio di amministrazione.
“La Fondazione dovrà valorizzare e conoscere a fondo questo patrimonio, faremo inventari e catalogazioni e proseguiremo l’opera di digitalizzazione – prosegue Rosati – la sfida è anche quella di salvaguardare questo patrimonio che è fragile, si tratta spesso di lastre, e va conservato con una certa competenza e sapienza. L’obiettivo più ampio della Fondazione è quello di promuovere la cultura fotografica per questo sarà aperta a tutti, anche ai semplici appassionati, agli amanti della storia della fotografia e dell’immagine in generale.”
Per questo la Faf organizzerà non solo mostre nel suo museo ma anche attività di educazione, di ricerca e di restauro nell’ambito della fotografia, coinvolgendo artisti, studiosi e scuole anche attraverso iniziative editoriali e di dibattito pubblico per alimentare il confronto sul ruolo della fotografia come linguaggio della modernità.
“Il patrimonio Alinari, che parte dagli albori della fotografia e arriva ai nostri giorni, è all’origine addirittura dell’immagine dello stesso paesaggio toscano – conclude Rosati – le campagne fotografiche fatte dagli Alinari sul patrimonio storico, artistico e monumentale hanno incentivato la coscienza e la consapevolezza dell’importanza dell’immagine della Toscana, si può dire che la conoscenza della Toscana è stata veicolata anche grazie alle loro immagini.”