Il sindaco Nardella è pronto a candidare Firenze capitale italiana del libro per il 2023. Il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani punta a ospitare almeno una manifestazione di questo livello all’anno.
Testo, salone dedicato all’editoria, scalda i motori della prima edizione in vista dell’appuntamento dal 25 al 27 febbraio ma già la città sembra guardare oltre nella convinzione che sarà un successo e ci sarà un bis come è emerso dalla presentazione alla stampa di un programma corposo: oltre cento gli incontri, le presentazioni e i laboratori.
Le premesse per un’ottima riuscita ci sono tutte. La manifestazione è organizzata da Stazione Leopolda e Pitti Immagine che attorno a questo salone dell’editoria hanno cucito un contesto raffinato ma soprattutto ben organizzato sul modello di manifestazione rodate come Pitti Uomo e Taste sfruttando i suggestivi ambienti della Stazione Leopolda.
Alla creatività e alla vision del progetto hanno pensato Pietro Torrigiani e Maddalena Fossombroni, librai sui generis con la loro Todo Modo e instancabili organizzatori di eventi culturali nel locale in via dei Fossi e negli spazi alla Manifattura Tabacchi. Da parte loro gli enti locali hanno fatto quadrato attorno alla manifestazione: Testo ha il patrocinio e la collaborazione di Comune di Firenze e Regione Toscana.
Un sostegno che il sindaco Nardella ha ribadito nell’annunciare l’intenzione di candidare Firenze. Il presidente della Regione Giani ha invece ricordato la lunga tradizione che da sempre Firenze e la Toscana hanno nel mondo dei salotti letterari, dell’editoria e delle istituzioni culturali augurandosi che il debutto di Testo sia solo il primo di una serie di appuntamenti di ampio respiro.
La kermesse, in programma a fine febbraio, è il punto di contatto tra il mondo degli editori – 70 le case editrici presenti – e gli appassionati. Una selezione antologica, come ha tenuto a sottolineare Pietro Torrigiani, per un salone dove ogni casa editrice gode degli stessi spazi espositivi in modo che l’una non sovrasti l’altra.
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Alla Leopolda, splendido esempio di archeologia industriale, viene ricostruito il ciclo di vita del libro attraverso un percorso in sette stazioni quasi a voler sottolineare che ogni volume è come un viaggio da compiere.
Le sette stazioni – Manoscritto, il Risvolto, la Traduzione, il Segno, il Racconto, la Libreria, il Lettore – vanno dal lavoro dello scrittore, a quello degli editor, traduttori, grafici, promotori e librai, fino al lettore. Il programma di presentazioni, incontri ed eventi è stato messo a punto da un team di curatori, che rivestono il ruolo di ‘Capistazione’, come Luca Briasco, editor di narrativa straniera.
Si tratta, ha spiegato l’amministratore unico di Stazione Leopolda e direttore generale di Pitti Immagine Agostino Poletto, “di un viaggio tra i libri e la biodiversità con un’attenzione speciale per la dimensione comunitaria dell’editoria, gli attori, le professionisti, le conoscenze e le sensibilità che compongono l’ecologia editoriale”.