Firenze ricorda il giorno in cui il suo fiume straripò e l’alluvione portò via 35 persone. Cinquantacinque anni dopo quel 4 novembre, la città ricorda quel giorno tragico con eventi e gesti che si ripetono uguali di anno in anno come a tramandare la memoria di generazione in generazione. C’è stato il tradizionale lancio della corona di alloro, al ponte alle Grazie, poi la benedizione dell’Arno da parte del cardinale Ernest Simone.
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Eventi in ricordo delle vittime e per ringraziare i soccorritori
La giornata di commemorazione è stata dedicata anche a chi ha aiutato, salvato ed evitato il peggio: le forze dell’ordine. Nella mattinata è stato ricordato così il 40mo anniversario della legge di riforma della Polizia di Stato, ospite speciale della giornata. Al cimitero di San Felice a Ema è stata deposta una corona di alloro sulla tomba di Carlo Maggiorelli, addetto alla sorveglianza degli impianti idrici dell’acquedotto dell’Anconella, vittima dell’alluvione. Nella basilica di Santa Croce è stata celebrata la tradizionale Messa presieduta da monsignor Luigi Innocenti, cappellano della polizia di Stato di Firenze e accompagnata dalla fanfara musicale della polizia di Stato. Sono stati letti, come ogni anno, tutti i nomi delle vittime.
“Firenze è riuscita a rialzarsi, sorretta da cittadini che non si sono mai sottratti alle sfide della storia, anche le più terribili”, ha ricordato in un messaggio il sindaco di Firenze Dario Nardella, in missione a Lipsia, e sostituito nelle celebrazioni dalla vicesindaca Alessia Bettini. “Sono trascorsi 55 anni da quella tragedia, e l’alluvione ha assunto un significato simbolico come testimonianza del cambiamento climatico e come prova emblematica di resilienza”. Presenti anche i presidente del Consiglio comunale Luca Milani, il presidente dell’Opera di Santa Croce Cristina Acidini, il Questore Filippo Santarelli e il Padre Guardiano di Santa Croce Fra Giancarlo Corsini.