“Circa 4000 anni fa, i mercanti assiri stabilirono una stazione commerciale nell’antica città di Kaneš, nell’Anatolia centrale. Venivano da Aššur, in Mesopotamia settentrionale. La loro storia è nota dalle 22.500 tavolette in argilla in caratteri cuneiformi scoperte in Turchia, nel sito di Kültepe. Cosa ci facevano in Anatolia queste tavolette mesopotamiche e cosa ci dicono? La voce di Taram-Kubi, una donna assira che corrispondeva con suo fratello e suo marito stabilitisi a Kaneš, ci riporta indietro nel tempo”.
Questa è solo una delle 60 storie raccontate dalle 60 pellicole in programma a Firenze Archeofilm. Festival Internazionale di Archeologia Arte Ambiente, organizzato dalla rivista fiorentina “Archeologia Viva” (Giunti Editore), che si tiene dall’8 al 12 settembre al cinema La Compagnia di Firenze (www.cinemalacompagnia.it).
Un festival che si rivolge ad un pubblico di esperti e di semplici appassionati, di grandi e di piccini, di studenti e di studiosi, accomunati dalla curiosità di conoscere il grandissimo patrimonio di ritrovamenti archeologici, nei quattro angoli del pianeta. A Firenze Archeofilm ci sono opere che raccontano l’uomo di Neandertal e i ritrovamenti preistorici, altri che riportano alla luce gli antichi fasti della città di Pompei; altri ancora che restituiscono allo spettatore la bellezza dei ritrovamenti dell’antico Egitto, mentre un titolo in programma va ad indagare su come poteva essere, prima della distruzione, l’antica acropoli di Selinunte. E ancora i documentari sulle enigmatiche Linee di Nazca, in Perù, sulle quali molto si è favoleggiato, arrivando a ipotizzare che fossero segnali dedicati a chi proveniva dal cielo, fino ai titoli dedicati al mistero del Cavallo di Troia o alla storia dell’Arca dell’Alleanza.
Una vera full immersion nella storia millenaria dell’umanità, per riflettere più profondamente su chi siamo e dove stiamo andando. Un ponte tra passato e presente, che ci porta a riflettere su come le esigenze esistenziali primordiali e dell’antichità, siano le stesse dei giorni nostri. Ecco allora che il cinema, rappresentazione della vita – immaginaria o reale – sul grande schermo, si ricollega alle rappresentazioni delle scene di vita quotidiana, ritrovate dagli archeologi nelle grotte e risalenti a migliaia di anni fa.
“Il desiderio di rappresentazione per immagini – ha dichiarato il professore emerito di Archeologia preistorica dell’Università di Firenze, Fabio Martini, direttore delle giuria tecnica del festival – è molto antico, e risale a circa 50.000 anni fa, quando l’uomo inventò la linea e la possibilità di disegnare. Oggi come allora – un tempo all’interno di una grotta, oggi in una sala cinematografica – in un ambiente buio e immersivo, l’uomo continua a portare avanti la tradizione di raccontare e raccontarsi e di svolgere riti collettivi di comunicazione sociale”.
Gli ha fatto eco Francesco Palumbo, direttore di Fondazione Sistema Toscana, che con la sua area cinema cura la programmazione del cinema La Compagnia di Firenze, sede di Firenze Archeofilm. “Coniugare il cinema con la ricchezza storico-culturale delle scoperte archeologiche è un modo attuale, importante e divulgativo di raccontare la nostra storia – ha affermato Francesco Palumbo, direttore di Fondazione Sistema Toscana –. Il mondo contemporaneo dà sempre più rilievo all’audiovisivo e il festival cinematografico organizzato a Archeologia Viva, “Firenze Archeofilm”, ospitato nella casa del cinema che Fondazione Sistema Toscana cura per Regione Toscana, sa parlare ad un pubblico vasto con un linguaggio sempre più attuale.
Firenze Archeofilm per quattro giorni, dall’8 al 12 settembre, offrirà al pubblico poiezioni a flusso continuo, dalla mattina fino alla sera, con ingresso gratuito, su prenotazione sul sito de La Compagnia e obbligo di green pass.