In arrivo a Firenze la prima famiglia afgana e le 4 calciatrici della Bastan Fc arrivate pochi giorni fa a Fiumicino. “Per motivi di sicurezza non diremo i nomi né il luogo di accoglienza della famiglia” ha dichiarato il sindaco di Firenze, Dario Nardella, a Palazzo Vecchio. “Inoltre siamo in contatto con le autorità governative e il Cospe per portare a Firenze quattro calciatrici più alcuni familiari e collaboratori. Ne parlerò col presidente Figc Gravina, che sarà qui a Firenze, per coinvolgere il centro di Coverciano e la Federazione”.
Un’accoglienza vera
Inoltre Nardella ha ringraziato l’Istituto universitario europeo, che si è messo a disposizione con alcuni luoghi per l’accoglienza. “Vogliamo che l’accoglienza sia vera” ha aggiunto. “Qui non si tratta di ghettizzare le famiglie afgane, ma appunto di accoglierle nel tessuto cittadino. Parliamo di studenti, sportive, famiglie che hanno collaborato con i nostri diplomatici e militari in Afghanistan”.
L’Europa intervenga
Sul tema del dramma afgano, il sindaco di Firenze è intervenuto anche nel corso della trasmissione “L’aria che tira” su La 7. “Abbiamo i nostri militari impegnati nelle operazioni umanitarie, nei ponti aerei, i nostri sindaci in tutta Italia impegnati a trovare una accoglienza decente” ha deto Nardella. “Esprimo rabbia perché è sconcertante sentire alcuni politici dire che bisogna intervenire sull’Afghanistan, però poi l’Europa non se ne deve far carico. O sentire dire che dobbiamo combattere il terrorismo salvo poi lasciare morire migliaia di persone sotto i colpi dei talebani. La cosa deprimente è da un lato il fallimento della politica estera americana, dall’altro l’assenza totale dell’Europa”.
“Si chiede un intervento, ma non si avanza alcuna proposta” ha concluso. “Immaginate cosa significa per i sindaci delle nostre città, per i nostri militari e diplomatici lavorare senza un quadro politico chiaro. Quel famoso ‘Whatever it takes’ che il presidente Draghi usò per la finanza e per l’economia, l’Europa ora lo deve usare per la politica estera e per l’emergenza umanitaria”.