Un’eccellenza toscana dalle radici antiche, sempre più attenta all’ambiente e sempre più amata dai food lover. È la finocchiona IGP, nata nel Medioevo e resa unica dall’uso del finocchietto selvatico. Nei secoli la ricetta è rimasta pressoché immutata e la sua fama si è diffusa ben oltre i confini nazionali grazie allo sforzo quotidiano che le aziende fanno per mantenere il livello di qualità della regina degli insaccati, prodotta con le migliori selezioni di carni suine di genealogia italiana.
La rubrica Nato in Toscana
La finocchiona IGP è uno dei prodotti protagonisti della rubrica Nato in Toscana, un’iniziativa che rientra tra le attività informative messe in piedi grazie all’intesa che la Regione Toscana ha siglato con le associazioni dei consumatori del Comitato Regionale Consumatori Utenti (CRCU) e le organizzazioni professionali dell’agricoltura (Confcooperative, Lega Coop, Cia, Coldiretti, Confagricoltura).
Scopo della campagna è far conoscere al pubblico i prodotti che mangiamo, da dove provengono, il loro valore nutraceutico e come si collocano nella piramide alimentare toscana.
Nell’ambito di questo protocollo, verranno realizzati dei video per raccontare l’offerta agroalimentare regionale, in particolare i 16 prodotti DOP e i 15 IGP.
La finocchiona IGP
La finocchiona IGP è un salume caratterizzato dall’aroma del finocchiona selvatico utilizzato in semi e fiori nell’impasto. La zona di produzione comprende l’intero territorio regionale, escluse le isole. La materia prima consiste in carni fresche di suino pesante almeno 9 mesi di genealogia italiana oppure utilizza tagli di carni della razza Cinta Senese allevata secondo tradizione.
Gli ingredienti obbligatori sono sale, pepe, aglio e semi o fiori di finocchio. È consentito anche l’uso di altri ingredienti, tra cui il vino. Le carni macinate e ben amalgamate con i vari ingredienti vengono insaccate in budello. L’asciugamento avviene in ambienti con temperatura compresa tra 12 e 15 gradi. La stagionatura, poi, con temperature comprese tra 11 e 18 gradi e umidità relativa tra 65 e 90%.
Sull’etichetta devono comparire le seguenti indicazioni: il nome “finocchiona”, chiaro e ben leggibile, seguito da “Indicazione Geografica Protetta” o dalla sigla “IGP”. Tra le indicazioni facoltative in etichetta, il riferimento all’uso di carne di razza Cinta Senese e il nome dell’azienda di allevamento, produzione e trasformazione qualora le carni provengano esclusivamente da quell’allevamento.
Per garantire la tracciabilità del prodotto viene apposto un numero progressivo attribuito secondo le indicazioni fornite dal Consorzio e dall’organismo di controllo. La finocchiona IGP può essere immessa al consumo intera, in tranci o affettata, sfusa o confezionata. La fetta ha consistenza morbida che tende a sbriciolarsi, odore gradevole e caratteristico dovuto al finocchio e leggero dell’aglio, sapore fresco e appetitoso, mai acido.
La finocchiona IGP è un prodotto iconico della salumeria toscana, immancabile nell’antipasto di “affettati toscani”, ma può diventare anche ingrediente unico capace di esaltare primi piatti.