È giovane, ma può contare su una lunga tradizione. È il Consorzio di tutela della Finocchiona IGP, una realtà in continua evoluzione che, anche in epoca Covid, non si è lasciata scoraggiare. Al contrario, dalla crisi e dalle incertezze, sono nati progetti e idee per promuovere il tipico insaccato della Toscana, caratterizzato dai profumi dei semi e dei fiori del finocchio.
“Siamo un Consorzio giovane e piccolo, nato 5 anni fa – ci racconta Francesco Seghi, direttore del Consorzio di tutela della Finocchiona IGP –. Accanto a noi, ci sono altre associazioni che operano da molto di più, con un fatturato maggiore e con un numero cospicuo di soci. La nostra difficoltà è quella di essere ‘recenti’ anche se la finocchiona ha radici storiche nel Medioevo”.
In Toscana la grande industria alimentare non esiste: le aziende hanno prevalentemente una dimensione medio-piccola. Detto ciò, il Consorzio della Finocchiona IGP è molto eterogeneo e comprende sia i salumifici più strutturati che i piccoli artigiani. “Il nostro compito – prosegue Seghi – è quello di dare a tutti la possibilità di lavorare nel miglior modo possibile e di offrire loro uno sbocco sul mercato. Sperando di farli arrivare lontano, in Italia e nel mondo”.
La registrazione del marchio
E il Consorzio guarda davvero oltre confine: ha registrato il marchio grafico in Giappone e Nuova Zelanda, due paesi in cui la Finocchiona IGP viene normalmente commercializzata.
Si rafforzano dunque le azioni a livello internazionale contro le frodi alimentari, al fine di aumentare la riconoscibilità di uno dei prodotti toscani per eccellenza e, allo stesso tempo, garantirne la qualità e la provenienza.
Si tratta insomma di una doppia tutela che va ad aiutare soprattutto il consumatore che, al momento dell’acquisto, ha la garanzia di un alimento autentico e sicuro.
Una vetrina e-commerce
In un’ottica di cambiamento e sfida globale, recentemente è stata pubblicata sul sito una nuova sezione con lo shop online: “È un aggiornamento importante per il nostro lavoro – commenta il direttore –, che cerca di affrontare le difficoltà di questo periodo. Il Consorzio non può ‘vendere’ i prodotti, lo dice lo statuto, ma può diventare una vetrina per le aziende. Perciò i soci, dotati di e-commerce, possono trovare in questo spazio un’opportunità di business in più”.
Produzione e mercato
“Ci troviamo a commentare un anno anormale – dichiara Francesco Seghi in merito ai dati delle vendite – ma dobbiamo anche dire che nel periodo estivo il trend produttivo è stato molto positivo. C’è stato un riavvicinamento alla normalità pre-Covid per quanto riguarda il consumo di Finocchiona IGP. Nei mesi di giugno, luglio e agosto 2020, i numeri sono stati molto simili a quelli dello stesso periodo del 2019 e c’è da considerare che quest’anno il canale della ristorazione ha ‘pesato’ in maniera diversa. Si spera adesso di replicare il successo anche per la stagione autunnale (e invernale)”.
Nel 2019 la Finocchiona ha registrato la quantità record di oltre 1 milione e 940 mila chilogrammi di insaccati. L’obiettivo prima del Covid era quello di superare i 2 milioni. “Ovviamente le criticità dei mesi scorsi sono ben tangibili – riassume Seghi – ma siamo fiduciosi e, con l’arrivo delle festività, ci auguriamo di avvicinarci comunque al livello produttivo dello scorso anno”.
Comunicazione, iniziative e promozione
Compito del Consorzio è anche quello di pensare alle azioni di promozione che devono interessare tutti i target di mercato. Per questo la Finocchiona IGP è presente sui social network (come Facebook, Instagram per un pubblico più giovane, Twitter) e ha un sito web in continuo aggiornamento. Infine, collabora con gli chef, che sono gli ambasciatori del gusto.
“Cerchiamo con i nostri mezzi ‘limitati’ – riporta Seghi – di farci conoscere in un mondo (sia a livello alimentare che a livello geografico) grande. Abbiamo tanta voglia di fare e farci vedere”.
E la Finocchiona ci sta riuscendo molto bene, visto che, tra i riconoscimenti assegnati al Cibus Forum di Parma 2020, ha ottenuto il premio per la “Miglior campagna comunicazione per la valorizzazione del prodotto tipico” per l’iniziativa “Gran Tour della Finocchiona IGP”, un progetto itinerante nato per valorizzare le DOP e le IGP italiane.
Durante il periodo di lockdown, il Consorzio ha partecipato alla trasmissione #RET – Storie di Resilienza Enogastronomica Toscana, un web format ideato dalla Regione Toscana e condotto da Tinto. In seguito anche a BuyFood Toscana, un’iniziativa che prevede l’incontro tra buyer (e i responsabili acquisti) con i seller. “È stato importante esserci per dare visibilità alle aziende, alle mani che lavorano – conclude il direttore –. Quelle mani sono persone, e quelle persone sono le stesse famiglie che compongono il tessuto sociale ed economico del territorio. Per noi è sinonimo di orgoglio; siamo la Toscana della qualità”.